Con gli ultimi dati rilasciati si ritorna a parlare di crisi immobiliare negli Stati Uniti e la paura di rivedere qualcosa di simile al 2008 è alta. Scopriamo cosa dicono i dati e soprattutto come potrebbe reagire l'indice S&P 500.
Crisi immobiliare USA - Cosa dicono i dati
Andremo ad analizzare cosa c'è dietro all'attuale crisi immobiliare statunitense considerando i prezzi delle abitazioni ed i tassi di interesse per i mutui a 30 anni.
Il grafico qui in alto mostra chiaramente il quadro della situazione attuale. Dai massimi di fine 2022 i prezzi medi delle abitazioni negli USA hanno perso quasi il 20% passando da quasi 500.000$ agli attuali 400.000$, entrando praticamente in un bear market tecnico.
La discesa è stata così ripida da risultare ben peggiore di quella della grande crisi finanziaria del 2008 quando le perdite furono soltanto del 23% e spalmate in ben 3 anni. L'andamento attuale quindi è quasi un unicum storico ed una contrazione dei prezzi di questa portata in così poco tempo è quasi impossibile da ritrovare nel passato.
Dati alla mano, potremmo essere soltanto all'inizio di una contrazione ben più marcata che metterebbe in secondo piano la tanto discussa crisi dei subprime del 2008. Ma cosa c'è dietro a questa forte contrazione dei prezzi?
C'è da dire che la situazione è molto diversa rispetto a quella della grande crisi finanziaria perchè la contrazione dei prezzi attuale è dovuta semplicemente ad una diminuzione della domanda, con una contrazione nella richiesta di acquisto di nuove abitazioni e di sottoscrizione di nuovi mutui. Infatti il mercato occupazionale e l'economia statunitense mostrano ancora netti segnali di forza e resilienza, scostandosi totalmente dai timori della crisi di 16 anni fa.
In pratica gli acquisti di nuove abitazioni sono in contrazione perchè i tassi di interesse sui mutui sono troppo alti e questo ha contribuito a far diminuire i prezzi a parità di offerta presente sul mercato. Come mostra il sito ufficiale della Federal Reserve Bank di St. Louis i tassi a 30 anni hanno raggiunto quasi l'8% annuo di interesse alla fine del 2022 per poi lentamente rientrare intorno al 7% attuale, un valore ancora troppo alto per essere appetibile.
Ciò che potrebbe ribaltare la situazione è un possibile taglio da parte della FED (Federal Reserve Bank) che vedrebbe risalire l'interesse in questo mercato, favorendo quindi il riaumento dei prezzi delle abitazioni. Infatti la liquidità c'è ed è semplicemente ferma al palo ad aspettare una situazione migliore.
La palla quindi passa a Jerome Powell ed i membri del comitato esecutivo del FOMC (Federal Open Market Committee) che si riuniranno il 1° maggio e successivamente a giugno per decidere sulle sorti future dell'economia statunitense. Piccola nota a margine: un eventuale taglio dei tassi anticipato potrebbe riportare un'euforia incontrollata sul mercato immobiliare che contribuirebbe a far risalire l'inflazione nei prossimi mesi.
Staremo quindi a vedere cosa succederà e cosa deciderà di fare la Banca Centrale americana.
Analisi S&P 500 - Forecaster Terminal
Con i dati appena riportati, potrebbe essere un brutto periodo per i principali indici USA ed in particolare per lo S&P 500.
Qui in alto è riportata la sezione "Overbought-Oversold" della piattaforma Forecaster Terminal che si occupa di analizzare la reale partecipazione degli operatori rispetto al prezzo del sottostante.
In questo caso specifico, lo S&P500 continua a far segnare nuovi massimi crescenti mentre la controparte di Speed e Wyckoff Causes/Effect segnano dei massimi decrescenti. Una fortissima divergenza tra prezzi ed indicatore di partecipazione che può essere molto interessante da valutare in ottica ribassista proprio sull'indice più amato al mondo. Ricercheremo quindi un'operazione short di trading di medio termine proprio sull'indice S&P 500.
Quali sono i livelli chiave su S&P 500? Come fare trading
Per l'analisi odierna utilizzeremo il broker Trive con la tipologia di conto "Prime Plus", grazie al quale avremo degli spread altamente convenienti su S&P 500 sia Future che CFD senza scadenza.
Il grafico qui in alto mostra come l'andamento dell'S&P 500 negli ultimi mesi sia palesemente rialzista (canale trendline in blu). La situazione si farebbe interessante, in ottica ribassista di lungo periodo, solo e soltanto se dovessimo rompere al ribasso l'ultimo livello di supporto su base mensile, ovvero 5.110 punti. Prima di allora, qualsiasi operazione al ribasso di lungo periodo sarebbe prematura.
Per operatività di breve termine, però, è possibile valutare degli short intra e multiday nel range attuale di prezzo, con obbiettivo finale proprio il livello 5.110 $, come segnalato anche dal Biz Profile che indica le zone con partecipazione volumetrica più significativa (istogrammi).
Attualmente il prezzo staziona sulla soglia dei 5.220 punti e sta formando un'interessante possibile zona resistenziale, dalla quale è possibile tentare degli short molto veloci ed altamente rischiosi, considerando le uniche zone chiave rappresentate in giallo. Lo stop loss è da piazzare poco sopra questa zona a 5.235 $ ed il target finale sul livello di 5.120 $.