Il 2025 è l’anno del “debasement trade”, la scommessa contro la svalutazione delle valute fiat. È la risposta degli investitori a un mix di tanti fattori: deficit pubblici fuori controllo, politiche fiscali espansive e un crescente scetticismo verso l’indipendenza della Federal Reserve.
Con il governo federale statunitense paralizzato dallo shutdown, l’oro sta catalizzando l’attenzione dei mercati come principale bene rifugio globale. In questo articolo e nel video in allegato, vedremo cosa è meglio fare con il metallo giallo.
Perché gli investitori stanno tornando sull’oro
Nella giornata di venerdì 3 ottobre, i future sull’oro con consegna dicembre hanno chiuso a 3.908,90 $/oz, il 41° record annuale per un contratto attivo sul Comex. Oggi le quotazioni spot hanno spinto il prezzo fino a 3.945 $/oz, mentre il dollaro USA, misurato attraverso l’indice DXY, ha perso circa il 10% da inizio anno.
La corsa del metallo prezioso è stata amplificata dalla percezione che lo shutdown possa durare a lungo e ritardare la pubblicazione di dati cruciali come i Non-Farm Payrolls, attesi (e forse rinviati) per venerdì 10 ottobre. In un contesto di “vuoto informativo” e volatilità politica, la domanda di oro come copertura aumenta in modo esponenziale.
L’oro non sta soltanto beneficiando dell’incertezza politica, ma anche di fondamentali molto solidi.
Tre elementi dominano il quadro macroeconomico:
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Debolezza strutturale del dollaro – Il biglietto verde soffre il crescente disavanzo degli Stati Uniti: deficit fiscale e deficit commerciale. La prospettiva di una svalutazione a medio termine alimenta la corsa verso asset reali;
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Tassi reali in discesa – Con la Fed che ha già avviato un ciclo di tagli graduali dei tassi, i rendimenti reali tornano sotto pressione. Ciò riduce il costo opportunità di detenere oro, spingendo i capitali fuori dai bond governativi;
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Politica fiscale fuori controllo – Secondo Jeff Muhlenkamp (Muhlenkamp & Co.), il deficit USA è ormai stabilmente al 6–6,5% del PIL, livelli “anomali in una fase di espansione economica”. Per invertire la rotta, servirebbe ridurre il disavanzo di almeno due punti percentuali, ma tale scenario appare lontano.
Come sottolinea Komal Sri-Kumar, ex capo stratega globale di TCW Group, “non ci si può più nascondere dietro le valute”. Con l’aumento dei dazi a livello globale e il rallentamento delle economie sviluppate, le divise perdono la loro funzione di porto sicuro.
L’oro come “assicurazione sistemica”
Più che una speculazione, l’attuale movimento sull’oro rappresenta una forma di “assicurazione sistemica”. Gli investitori — sia retail che istituzionali — stanno progressivamente riducendo l’esposizione agli asset denominati in dollari, preferendo strumenti come ETF su oro fisico e contratti futures.
Secondo i dati di J.P. Morgan, i flussi verso gli ETF auriferi sono aumentati in modo consistente nel terzo trimestre 2025, riducendo il gap rispetto agli ETF su bitcoin, inizialmente più favoriti dopo l’annuncio delle nuove tariffe di Donald Trump lo scorso aprile.
In termini pratici, il metallo giallo sta tornando a svolgere il ruolo che aveva negli anni ’70: un bene rifugio capace di preservare il potere d’acquisto quando la fiducia nelle istituzioni monetarie vacilla.
Analisi tecnica e prospettive di prezzo
Sul piano tecnico, l’oro continua a mostrare una struttura fortemente rialzista. Dopo il breakout della resistenza a 3.890 $/oz, i prezzi hanno consolidato sopra i 3.900 $/oz, zona che ora funge da primo supporto dinamico. Le prossime aree di resistenza si collocano direttamente sulla soglia dei 4.000 $/oz, livello psicologico e target di molti operatori istituzionali.
Fonte: Trive.com/it
Il sentiment degli operatori rimane robusto, per certi aspetti anche troppo euforico, sostenuto da flussi costanti verso l’oro fisico e finanziario. La Media Mobile a 50 giorni è in rapida crescita e lontana da incroci ribassisti, mentre l’RSI si mantiene in zona neutrale (63–65), suggerendo spazio per ulteriori rialzi prima di un’eventuale fase di presa di profitto.
Nel breve termine, un ritorno sotto i 3.870 $/oz aprirebbe spazio a correzioni verso 3.790 $/oz, ma il quadro di fondo rimane saldamente positivo.
Reuters prevede che “il rally dell’oro potrebbe proseguire per tutto l’autunno, spinto dal calo dei tassi reali e dall’attrattiva come bene rifugio in assenza di dati macro aggiornati”.
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