Recentemente, Nvidia ha ordinato a diversi fornitori — tra cui Amkor Technology (per il packaging) e Samsung Electronics (per la memoria) — di sospendere la produzione del suo chip H20, sviluppato appositamente per il mercato cinese. Questa decisione segue una forte pressione delle autorità cinesi che, sollevando timori di sicurezza nazionale, avevano esortato aziende come Alibaba, ByteDance e Tencent a sospendere gli acquisti dei chip H20. Cosa potrebbe accadere al titolo Nvidia in Borsa? Lo scopriamo in questo articolo e nella video analisi allegata.
Chip Nvidia: dinamica geopolitica e regolatoria
La nuova direttiva di Pechino arriva in un momento di forte tensione tra Stati Uniti e Cina sul fronte tecnologico. Ad aprile, Washington aveva imposto un embargo sulle esportazioni degli H20, salvo poi concedere a giugno una deroga condizionata, annunciata dallo stesso Jensen Huang dopo un confronto diretto con il presidente Donald Trump.
Tuttavia, quella che sembrava una vittoria diplomatica si è rivelata solo un passo intermedio: Nvidia, infatti, non ha ancora ricevuto le licenze definitive necessarie per riprendere le spedizioni verso la Cina. Questo vuoto normativo ha creato uno stallo che espone l’azienda a decisioni arbitrarie da entrambe le sponde del Pacifico, riflettendo quanto la regolamentazione internazionale sui semiconduttori sia diventata uno strumento di pressione geopolitica.
L'approccio diplomatico di Nvidia
Consapevole della delicatezza del momento, Jensen Huang ha cercato di mostrare la massima trasparenza verso Pechino, ribadendo che gli H20 non contengono alcun “backdoor” né funzioni di tracciamento occulto, e che il loro impiego resta confinato al settore commerciale. Parallelamente, il management ha già messo in campo un piano alternativo: lo sviluppo di un nuovo chip, denominato in via provvisoria B30A, che dovrebbe rispondere in modo più preciso alle richieste del governo statunitense e al tempo stesso risultare accettabile per le autorità cinesi.
Questo passaggio evidenzia quanto la strategia di Nvidia si stia evolvendo da semplice produttore di hardware ad attore diplomatico, costretto a muoversi in un equilibrio complesso tra interessi industriali, limiti regolatori e rivalità geopolitiche.
Scenario di mercato e reazione degli investitori
La reazione del mercato non si è fatta attendere. Nella notte successiva alle indiscrezioni sullo stop produttivo, il titolo Nvidia ha registrato un calo vicino al 2%, salvo poi recuperare parzialmente terreno intorno ai 176 dollari. Gli investitori guardano con crescente attenzione all’impatto che l’eventuale blocco definitivo delle vendite in Cina potrebbe avere sui conti del colosso di Santa Clara.
Secondo le stime di Susquehanna, le commesse legate agli H20 avrebbero potuto generare fino a 8 miliardi di dollari di ricavi nel solo secondo semestre del 2025, un valore che, se venisse a mancare, peserebbe in modo significativo sulla guidance futura. La banca d’affari ha comunque rivisto al rialzo il target price a 210 dollari, segnalando che la fiducia di lungo termine sulla leadership di Nvidia nel settore AI resta intatta.
Al contrario, Jefferies e altri analisti mantengono una posizione più prudente, sottolineando che la volatilità normativa e le incognite politiche potrebbero continuare a esercitare una pressione negativa sul titolo. In questo senso, il caso H20 rappresenta un campanello d’allarme: per la prima volta, Nvidia si trova a dover affrontare non soltanto la concorrenza industriale, ma una vera e propria guerra regolatoria che mette a rischio l’accesso al suo secondo mercato più importante.
Analisi di prezzo e tecnica del titolo Nvidia (NVDA)
Il titolo Nvidia (NVDA) sta attraversando una fase delicata in Borsa. Dopo settimane di forte spinta rialzista, la notizia dello stop temporaneo alla produzione degli H20 per la Cina ha innescato un’ondata di cautela tra gli investitori. Nella seduta del 22 agosto le azioni si muovono intorno a 175 dollari, leggermente in calo rispetto alle chiusure precedenti, con un range giornaliero che ha visto minimi a 173,8 dollari e massimi a 177 dollari.
Fonte: Trive.com/it
Dal punto di vista tecnico, il titolo ha mostrato segni di indebolimento rompendo al ribasso la media mobile a 21 giorni, un livello che spesso funge da supporto dinamico per i trend positivi di breve termine. Negli ultimi giorni, inoltre, NVDA ha testato più volte la media a 10 settimane, considerata un punto di equilibrio fondamentale: se questa dovesse cedere con decisione, potremmo assistere a un’accelerazione ribassista verso l’area dei 165–168 dollari. Per quel che riguarda la nostra operatività, qualora questi livelli venissero rispettati, opteremo per un'operazione di trading di breve termine sfruttando la leva 1:5 offerta dal broker Trive.
Al contrario, un ritorno sopra quota 180 dollari permetterebbe al titolo di recuperare forza e di consolidare le basi per un nuovo movimento rialzista. Nonostante la pressione regolatoria e l’incertezza legata al mercato cinese, il sentiment di fondo rimane positivo: molti analisti continuano a ritenere che Nvidia resta al centro della rivoluzione dell’intelligenza artificiale, con fondamentali solidi e prospettive di crescita a lungo termine.
In sintesi, il breve periodo resta turbolento e potrebbe riservare ancora volatilità; tuttavia, sul medio-lungo periodo, il titolo continua ad essere visto come uno dei protagonisti assoluti della nuova rivoluzione tecnologica globale.
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