La Borsa di Tokyo ha invertito la rotta nella seduta di ieri, con il Nikkei 225 in calo dell’1,6% dopo aver toccato in mattinata un nuovo massimo storico (+1,2%). A pesare è stato il responso del meeting della Bank of Japan (BoJ): l'istituto guidato da Kazuo Ueda ha annunciato il mantenimento dei tassi di interesse a breve allo 0,5% e l’avvio di un piano di vendita delle proprie partecipazioni in ETF e REIT. Contestualmente, lo yen si è rafforzato dello 0,4% sul dollaro, mentre i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni sono saliti fino all’1,635%, il livello più alto dal 2008.
BoJ e la svolta sugli ETF: 250 miliardi di dollari da smobilizzare
La BoJ ha comunicato che inizierà a ridurre il proprio imponente portafoglio di ETF, accumulato a partire dal 2010 e ampliato durante l’era “Abenomics”. L’ammontare complessivo è pari a circa 250 miliardi di dollari, equivalente a circa il 7% della capitalizzazione complessiva delle società quotate in Giappone.
Il piano prevede la vendita annuale di ETF con un valore contabile di ¥330 miliardi (2,2 miliardi di dollari) e un valore di mercato di circa ¥620 miliardi (4,2 miliardi di dollari). A questo ritmo, lo smobilizzo completo richiederebbe decenni, ma il segnale politico e di politica monetaria è stato immediatamente recepito dai mercati.
Divisioni interne sulla politica dei tassi
Oltre alla decisione sugli ETF, a sorprendere è stato il voto interno al board: 7 membri hanno votato per mantenere i tassi fermi, 2 hanno chiesto un rialzo. Una frattura rara nella BoJ, che indica un crescente consenso interno per un inasprimento della politica monetaria già entro fine anno. Gli analisti di JP Morgan hanno sottolineato che questa spaccatura “è un chiaro segnale della direzione futura: il mercato sa che ci saranno almeno due voti favorevoli a un rialzo nei prossimi meeting”.
Inflazione e quadro politico in Giappone
Il dato sull’inflazione di agosto ha mostrato un +2,7% su base annua, superiore al target del 2% ma in rallentamento rispetto ai mesi precedenti. Il costo della vita, non accompagnato da una crescita salariale adeguata, restano un tema politico delicato, soprattutto alla vigilia del voto d’emergenza per la leadership del Partito Liberal Democratico che determinerà il nuovo Primo Ministro.
Secondo Morgan Stanley MUFG, il governatore Kazuo Ueda rimane prudente, e un rialzo dei tassi già a ottobre non è scontato, anche per l’incertezza legata alle politiche commerciali statunitensi e alle tensioni globali.
Analisi del Nikkei 225
Dopo il picco storico toccato in apertura di ieri, il Nikkei ha chiuso in ribasso, segnalando la sensibilità degli investitori alle mosse della Banca centrale. La rottura del trend rialzista intraday, unita al rafforzamento dello yen, potrebbe aprire a prese di beneficio nel breve periodo. Tuttavia, la prospettiva di una normalizzazione graduale della politica monetaria, insieme al potenziale smobilizzo decennale degli ETF, lascia aperto un quadro di volatilità elevata ma non necessariamente di inversione strutturale.
Il mercato guarda ora al prossimo meeting di ottobre, dove la probabilità di un rialzo dei tassi da 25 punti base è salita significativamente. Una conferma di questa traiettoria potrebbe portare nuova pressione ribassista sull’indice, specie sui settori più sensibili al costo del capitale, come tecnologia e finanziari.
Fonte: Forecaster Terminal
Ad avvalorare la tesi ribassista ci sono i dati della nuova funzionalità "Projection" forniti dal Forecaster Terminal (Il ChatGPT dei mercati: Projection arriva su Forecaster Terminal). Come si evince dall'immagine qui sopra, seppure con alta incertezza, lo scenario più probabile è proprio quello ribassista, con un rendimento massimo intorno all'11% nei prossimi 3 mesi.
Terremo altamente monitorata la situazione, cercando di sfruttare i possibili scenari di panic-sell nei prossimi giorni. L'attuale supporto tra 44.500 e 45.000 resta il livello chiave da mantenere per il prosieguo del trend rialzista.
Disclaimer: File MadMar.