Figma Inc., piattaforma leader nel settore del design collaborativo, ha segnato uno dei debutti più straordinari nella storia recente di Wall Street. Con un rialzo del 250% rispetto al prezzo di IPO (Initial Public Offering), il titolo ha stabilito un nuovo record assoluto per le IPO che hanno raccolto oltre 500 milioni di dollari. Un risultato che ha subito acceso i riflettori sull’azienda e sulle prospettive dell’intero comparto tecnologico. In questo articolo e nel video allegato, vedremo nel dettaglio di cosa si occupa questa azienda e perché è così importante.
IPO Figma: cosa fa e perché è così rilevante nel settore software
Fondata da Dylan Field, Figma è una piattaforma cloud-based per il design di interfacce digitali che consente anche a grossi team di collaborare in tempo reale. La sua diffusione è stata rapidissima: al marzo 2025, i suoi prodotti risultavano utilizzati dal 95% delle aziende Fortune 500, con oltre 13 milioni di utenti mensili attivi e più della metà dei ricavi provenienti da mercati internazionali.
Figma si è imposta in un mercato dominato da nomi storici, riuscendo a superare concorrenti come Adobe XD e Sketch. Proprio Adobe aveva tentato di acquisire la società nel 2022 per circa 20 miliardi di dollari, ma l’operazione è stata interrotta a causa di problematiche regolamentari legate all’antitrust. Oggi Figma è considerata una delle aziende SaaS (acronimo di Software as a Service, il modello di distribuzione software in cui un'azienda fornisce applicazioni agli utenti tramite Internet) più promettenti della sua generazione, con una posizione quasi monopolistica nel design collaborativo.
Numeri da record per l’IPO
Il prezzo di collocamento è stato fissato a 33 dollari per azione, sopra il range di 30–32 dollari (già superiore alla stima iniziale di 25–28). Il titolo ha però aperto gli scambi a 85 dollari, per poi raggiungere un massimo intraday di 124,63 e chiudere a 115,50 dollari. La capitalizzazione di mercato, che al prezzo di IPO era pari a 19,3 miliardi di dollari, è rapidamente salita a circa 67,6 miliardi.
In totale, sono state vendute 36,94 milioni di azioni, per un controvalore di 1,22 miliardi di dollari. Di questi, 411,7 milioni sono stati raccolti direttamente dalla società (vendita di 12,47 milioni di azioni), mentre gli azionisti preesistenti hanno incassato oltre 807 milioni di dollari con la cessione di 24,46 milioni di titoli.
Chi ha venduto e chi ci guadagna
Tra i maggiori beneficiari dell’IPO figurano lo stesso CEO Dylan Field, che ha venduto 2,35 milioni di azioni per un controvalore di circa 77,6 milioni di dollari, e Mamoon Hamid, membro del Consiglio di amministrazione e rappresentante del fondo Kleiner Perkins, che ha ceduto titoli per circa 91 milioni. Tra gli altri principali azionisti figurano nomi di primo piano del venture capital come Index Ventures, Greylock Partners e Sequoia Capital.
Un segnale di svolta per il mercato tech
Secondo molti analisti, la quotazione di Figma rappresenta un possibile spartiacque per il settore tecnologico. Derek Hernandez di PitchBook ha definito l’evento “un campanello d’allarme per il comparto tech”, suggerendo che il successo dell’IPO potrebbe spingere altre aziende software a seguire l’esempio. Nomi come Databricks, Canva e Genesys Cloud Services sono già citati come potenziali prossimi candidati.
L’operazione Figma potrebbe fungere da catalizzatore per una nuova ondata di quotazioni nel settore servizi tecnologici. In questo senso, il 2025 si sta già distinguendo per un ritorno delle grandi IPO, come dimostrano i recenti debutti di CoreWeave, Circle, eToro e Chime Financial.
In conclusione, la quotazione in Borsa di Figma ha messo in evidenza non solo la forza del modello di business dell’azienda, ma anche la rinnovata fiducia degli investitori nei confronti del settore SaaS. In un contesto ancora incerto per l’economia globale, l’IPO di Figma potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova fase per i mercati azionari, caratterizzata da maggiore dinamismo e da un rinnovato interesse per l’innovazione tecnologica.
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