L'intervento al Simposio di Jackson Hole di Jerome Powell, il governatore della FED (Federal Reserve Bank), ha messo ulteriore pressione al Dollaro USA. Andiamo ad analizzare cosa c'è dietro a questa debolezza e se lo Yen potrebbe trarne vantaggio nel cambio USD/JPY.
Dollaro USA giù su parole dovish di Powell
Le parole di Jerome Powell durante il suo intervento al Simposio di Jackson Hole di venerdì scorso sono state una doccia fredda per il dollaro. Il Dollar Index (DXY) ha perso quasi un punto percentuale venerdì ed oltre il 5% dai massimi di giugno 2024.
Mai come stavolta il governatore della Banca Centrale americana è stato chiaro: ci sarà un taglio dei tassi nella riunione del 18 settembre perchè sia l'inflazione che l'occupazione hanno mostrato chiari segnali di raffreddamento, complici anche gli ultimi dati delle buste paga revisionati al ribasso dal BLS (Bureau of Labor Statistics).
È la prima volta in questo ciclo di rialzo dei tassi, che le dichiarazioni del presidente della FED sono così chiare e quindi i mercati hanno subito ceduto il passo scontando un dollaro americano più debole nei prossimi mesi.
A questo punto il focus si sposta sull'entità del taglio che ci sarà a settembre, il mercato è indeciso tra 25 e 50 punti base e, probabilmente, la FED opterà per la prima scelta qualora i dati macro economici non dovessero mostrare particolari sorprese a settembre.
Yen giapponese su una soglia critica
Il contesto attuale è chiaro, il Dollaro è debole e le altre valute mondiali ne stanno traendo giovamento, in particolar modo lo Yen giapponese che, nonostante la BoJ (Bank of Japan) non abbia rassicurato gli investitori su uno sviluppo chiaro delle prossime scelte di politica monetaria, ha raggiunto di nuovo i livelli cruciali del 5 agosto.
Il livello di 143 yen per dollaro è uno spartiacque fondamentale ed un supporto di chiusura giornaliera che non viene rotto da gennaio 2024.
Tutta la narrativa incentrata sul carry trade e di come questo potesse aver creato uno scompenso sui mercati a causa del primo rialzo dei tassi di interesse della BoJ dove è andata a finire? Gli investitori sono davvero riusciti a chiudere tutte le proprie posizioni incentrate sul carry trade come riferito da JP Morgan qualche settimana fa?
Se non dovesse essere così, questo livello di prezzo provocherà nuovi scossoni sui mercati mondiali ed in particolar modo su come verrà percepito il cambio valutario USD/JPY. Il livello 140-143 ¥ è quindi troppo importante al di là del punto di vista tecnico.
La cosa certa è che scopriremo molto presto le possibili ripercussioni di tutta questa situazione, quindi il focus si sposterà soprattutto sulla FED e sulle future parole della BoJ che, almeno per il momento, pare essere molto preoccupata delle implicazioni negative delle proprie scelte sui mercati finanziari.
Forex: come fare trading sullo USD/JPY
Analizziamo quindi il cambio valutario USD/JPY tramite il broker Trive che ci offre uno spread quasi nullo.
La situazione descritta in precedenza è molto delicata e, dati alla mano, è ancora troppo difficile avere un'idea chiara di ciò che ci riserverà il futuro. L'unica cosa certa è che sul livello tra 140-143 yen per dollaro avremo sicuramente delle conferme sia tecniche che macro economiche, ed infatti sarà il nostro osservato speciale per i prossimi giorni.
Se questo livello dovesse tenere, vorrà dire che i problemi legati al carry trade sono stati effettivamente risolti e che il Dollaro americano potrebbe subìre un ritorno dell'interesse da parte degli investitori, portando ad una visione long di medio periodo su USD/JPY con ingresso dai livelli attuali, stop loss dietro ai minimi in zona 139,8 ¥ e con target la zona di ex rottura dell'ultimo movimento ribassista a 151-153 ¥.
Se il livello non dovesse tenere, invece, attenderemo i futuri risvolti delle due banche centrali ed opteremo per dei trade al ribasso solo con tutte le dovute conferme del caso. In questa circostanza ci sarà da fare molta attenzione, quindi l'analisi verrà sicuramente aggiornata.
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