L’Europa risponde a Starlink con un’alleanza tra Leonardo, Airbus e Thales. Il nuovo polo spaziale punta a rafforzare la competitività industriale del Vecchio Continente e ridurre la dipendenza tecnologica da Stati Uniti e Cina. Ci riusciranno? Cercheremo di capirlo in questo articolo e nella videoanalisi allegata.
Leonardo, Airbus e Thales: un accordo storico nel settore spaziale europeo
Il settore aerospaziale europeo si prepara a una svolta. Secondo quanto riportato da Reuters ed Euronews, Leonardo, Airbus e Thales sarebbero pronte a fondere le proprie attività satellitari in una nuova società comune, provvisoriamente denominata “Project Bromo”.
L’obiettivo è chiaro: creare un campione europeo del settore spaziale, capace di competere su scala globale con i giganti americani e cinesi, in particolare con SpaceX e la sua costellazione Starlink, che ha recentemente superato la soglia dei 10.000 satelliti lanciati (di cui circa 8.680 attivi secondo l’astronomo Jonathan MacDowell).
Le basi dell’accordo
Le tre aziende conferiranno le rispettive divisioni satellitari in una nuova holding controllata con quote quasi paritarie. Secondo Il Sole 24 Ore, Airbus fornirà il contributo maggiore e dovrebbe detenere inizialmente circa il 35% del capitale, mentre Leonardo e Thales si divideranno il restante 65%.
Successivamente, pagamenti compensativi porteranno a un equilibrio azionario finale del 33% ciascuno, in modo da rispettare gli equilibri industriali e politici tra Francia, Italia e Germania.
Il modello organizzativo ricorda quello di MBDA, la joint venture europea dei missili nata nel 2001, esempio di cooperazione industriale di successo tra i principali Paesi del continente.
Obiettivi e implicazioni strategiche
L’accordo nasce in un momento delicato per l’industria spaziale europea, che negli ultimi anni ha perso terreno rispetto agli Stati Uniti. L’avanzata di SpaceX nel mercato dei satelliti a bassa orbita (LEO) e la crescente presenza cinese hanno reso urgente una maggiore integrazione industriale e una strategia comune europea.
Con “Project Bromo”, Leonardo, Airbus e Thales mirano a:
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ridurre i costi operativi, consolidando strutture e linee produttive oggi frammentate;
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accrescere la capacità di innovazione, investendo in nuove tecnologie di comunicazione satellitare;
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rafforzare l’autonomia strategica europea in un settore considerato ormai cruciale per la sicurezza e le infrastrutture digitali.
La nuova entità dovrà comunque ottenere il via libera delle autorità antitrust europee, che valuteranno l’impatto dell’operazione sulla concorrenza interna, anche alla luce delle possibili obiezioni della tedesca OHB, esclusa dal progetto.
La competizione è solo all'inizio: Starlink e le alternative europee
La nascita del nuovo polo spaziale arriva mentre Starlink, la costellazione satellitare di Elon Musk, continua a espandersi rapidamente. Negli Stati Uniti, la Federal Communications Commission (FCC) ha già approvato il dispiegamento di oltre 12.000 satelliti entro il 2026, un numero che rende evidente la distanza tra Europa e USA nel campo delle telecomunicazioni spaziali.
In Europa, Starlink è ormai utilizzata in diversi Paesi, tra cui l’Ucraina, dove circa 50.000 terminali garantiscono la connettività di scuole, ospedali e reti ferroviarie durante le emergenze energetiche.
Parallelamente, Eutelsat ha ottenuto 1,35 miliardi di euro di finanziamento dal governo francese per potenziare le proprie reti satellitari, mentre l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lavora con Thales al progetto HydRON (High-throughput Digital and Optical Network), una costellazione di satelliti ottici in grado di scambiarsi dati tramite laser e fornire velocità di connessione fino a 1 terabyte al secondo.
Le reazioni e le sfide future
Nonostante l’entusiasmo per la prospettiva di un colosso europeo, sindacati e analisti invitano alla cautela. La francese Force Ouvrière ha ricordato che “unire gli asset non è sufficiente senza una strategia spaziale comune”, sottolineando l’esigenza di un piano industriale condiviso e di un coordinamento politico europeo.
In Italia, l’attenzione è rivolta al ruolo di Leonardo, chiamata a difendere gli interessi nazionali in linea con l’agenda industriale del governo Meloni. In Francia, invece, il CEO di Thales Patrice Caine è considerato uno dei principali architetti dell’intesa, mentre Airbus — reduce da oltre 2.000 tagli di posti di lavoro nel segmento spaziale — appare la più motivata a ridurre l’esposizione diretta al settore.
In conclusione, la nascita di “Project Bromo” rappresenta il più importante tentativo dell’Europa di consolidare il proprio settore satellitare e creare un’alternativa credibile a SpaceX e Starlink. Se confermato, l’accordo tra Leonardo, Airbus e Thales potrebbe segnare una nuova fase per l’autonomia tecnologica europea, favorendo investimenti, innovazione e competitività in un comparto destinato a diventare strategico non solo per le comunicazioni, ma anche per la difesa, la sicurezza e la trasformazione digitale dell’economia europea.
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