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Dobbiamo parlare di Bitcoin

13 mag 2025 - 12:00

Il Bitcoin supera i 100.000$ e conquista investitori e analisti: sarà l’oro digitale dei prossimi 20 anni? Parliamone

Il Bitcoin ha nuovamente superato la soglia simbolica dei 100.000 dollari. È la seconda volta che accade nella sua storia, e per molti non sarà l’ultima. In un contesto economico globale in continuo cambiamento, questa criptovaluta nata nel 2008 continua ad attirare l'attenzione di analisti, investitori e istituzioni. Ma perché, a oltre 15 anni dalla sua creazione, il Bitcoin resta al centro del dibattito? E soprattutto: ha ancora senso investire oggi? Sono sempre di più a rispondere "sì". Vediamo perché.

 

 

Bitcoin oggi: il nuovo oro digitale?

L’occasione per tornare a parlare del Bitcoin è fornita da un recente articolo pubblicato da un noto portale americano, che riporta una dichiarazione sorprendente di un analista di Standard Chartered, una delle più importanti banche d’investimento al mondo. L’analista si è pubblicamente "scusato" per aver stimato, in passato, un prezzo massimo di 120.000 dollari per il Bitcoin, spiegando che la crescita della criptovaluta potrebbe essere ben superiore, già nel corso del solo 2025.

Questa revisione al rialzo non è campata in aria, ma si basa su una serie di elementi macroeconomici e finanziari che continuano ad alimentare l’interesse nei confronti della criptovaluta più famosa al mondo. Per comprendere queste dinamiche, però, è utile fare un passo indietro e ripercorrere brevemente la storia e il funzionamento del Bitcoin.

 

Fonte:Forecaster.biz

 

 

Che cos’è il Bitcoin e perché è nato

Il Bitcoin è una moneta digitale decentralizzata creata nel 2008 da Satoshi Nakamoto. Non è ancora chiaro se si tratti dello pseudonimo di una singola persona o di un gruppo, ma l’obiettivo originario era piuttosto chiaro: creare una valuta alternativa al sistema monetario tradizionale, dominato dalle Banche centrali.

A differenza delle valute fiat (euro, dollaro, yen), il Bitcoin non è emesso da un'autorità centrale. Questo è un punto fondamentale, perché una delle critiche principali rivolte al sistema monetario attuale riguarda la gestione dell’inflazione da parte delle Banche centrali. Sia la Banca Centrale Europea (BCE) che la Federal Reserve statunitense puntano a un’inflazione annua intorno al 2%. Questo significa, in pratica, che il denaro è progettato per perdere valore nel tempo. Lo scopo è incentivare la spesa e quindi stimolare la crescita economica, ma così facendo i risparmi dei cittadini si erodono.

Il Bitcoin, al contrario, nasce con una logica deflazionistica. La sua offerta è limitata a 21 milioni di unità totali, e non potrà mai essere aumentata. Questo meccanismo limita artificialmente la quantità disponibile, un po’ come l’oro, e tende a farne aumentare il valore nel tempo.

A rafforzare questa dinamica c’è anche il cosiddetto halving, un evento che si verifica ogni quattro anni e che dimezza la ricompensa che i “miners” (i validatori delle transazioni) ricevono per aggiungere nuovi blocchi alla blockchain. Di fatto, l’halving rallenta la creazione di nuovi Bitcoin, contribuendo a renderli ancora più rari col passare degli anni.

 

 

Da protesta finanziaria a asset speculativo

Nel tempo, ciò che era nato come un’alternativa al sistema bancario si è trasformato in uno strumento finanziario a tutti gli effetti. Prima sono arrivati i contratti future, poi, negli ultimi anni, sono stati lanciati ETF (negli USA) e ETC (in Europa) che replicano l’andamento del prezzo del Bitcoin e permettono agli investitori di esporsi a questo asset anche tramite i normali conti bancari.

Questa "istituzionalizzazione" del Bitcoin è uno dei motivi per cui in molti oggi iniziano a considerarlo una riserva di valore alternativa all’oro, in particolare in un mondo dove le politiche monetarie espansive e il debito pubblico in crescita costante mettono a rischio il potere d’acquisto delle valute tradizionali.

 

 

Chi investe oggi in Bitcoin? Privati, aziende… e Banche centrali

L’interesse per il Bitcoin non si limita più solo agli investitori privati. Oggi anche le aziende e alcune istituzioni finanziarie stanno accumulando Bitcoin nei propri bilanci. L’esempio più noto è Strategy (fino al 5 febbraio era denominata MicroStrategy), la società fondata da Michael Saylor, che ha fatto del Bitcoin il proprio core business. L’azienda è arrivata a indebitarsi per acquistare Bitcoin, scommettendo apertamente sulla sua rivalutazione futura.

Ma il dato forse più sorprendente riguarda la Banca Nazionale Svizzera, che secondo alcune fonti starebbe acquistando azioni MicroStrategy, esponendosi indirettamente all’andamento del Bitcoin. Questo è un segnale importante: anche le istituzioni che, almeno in teoria, dovrebbero essere avverse al rischio, cominciano a riconoscere il ruolo strategico che questa criptovaluta può assumere in un portafoglio di lungo periodo.

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Fonte: Forecaster.biz

 

Cosa aspettarsi dal futuro?

Le previsioni sull’andamento futuro del Bitcoin, così come le previsioni in generale non sono mai semplici ma analizziamo gli elementi oggettivi e certi al momento:

  • Crescente scarsità: il numero massimo di Bitcoin non potrà mai superare i 21 milioni. Già oggi oltre il 90% è stato minato.
  • Adozione istituzionale in aumento: sempre più fondi, ETF, aziende e persino Banche centrali iniziano a trattare il Bitcoin come un asset strategico.
  • Domanda crescente da parte dei retail investor: l’accessibilità attraverso prodotti finanziari regolamentati come ETF e ETC facilita l'ingresso dei piccoli investitori.
  • Parallelismi con l’oro: molti analisti vedono nel Bitcoin una sorta di “oro digitale”. Non a caso, si osservano dinamiche simili di rivalutazione nel tempo.

Un confronto interessante può essere fatto proprio con l’oro. Nel 2005-2006 un’oncia d’oro costava circa 442 dollari. Oggi, 20 anni dopo, il prezzo è salito a oltre 3.350 dollari. Una crescita che all’epoca pochi avrebbero potuto prevedere. Io, che ho acquistato i primi Bitcoin a 200 dollari, oggi ipotizzo un percorso simile o addirittura superiore, proprio per via della sua natura digitale, prevedibile e completamente trasparente.

 

 

Conclusioni

Il Bitcoin è passato dall’essere un esperimento crittografico a una valuta anti-establishment, per poi trasformarsi in uno degli asset più discussi e controversi del panorama finanziario. Che lo si consideri oro digitale, strumento speculativo o riserva di valore, il suo impatto sull’economia è ormai innegabile. Magari proprio nell'ottica dei piani di accumulo, inserirlo come componente ad alto potenziale potrebbe essere un'idea da valutare.  

Con il prezzo che continua a salire e con l’interesse di istituzioni sempre più potenti, il futuro del Bitcoin è tutto fuorché scritto. Ma per chi guarda al lungo termine e cerca strumenti alternativi per difendersi dalla svalutazione monetaria, potrebbe rappresentare ancora oggi una delle opportunità più interessanti dei prossimi decenni. Magari proprio nell'ottica dei piani di accumulo, inserirlo come piccola componente ad alto potenziale potrebbe essere un'idea da valutare.

 

 

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