Il mese di dicembre si è aperto con vendite sull’intero mercato delle criptovalute. Lunedì 1° dicembre 2025 si è trasformato in un vero e proprio “flash crash controllato”, con Bitcoin, Ethereum e gran parte delle principali Altcoin scese in poche ore sotto alcuni livelli precedentemente osservati.
Il movimento non è arrivato inaspettato in quanto nelle ultime settimane il settore aveva lanciato segnali di crescente volatilità. Ma l’intensità del movimento conferma un contesto di forte sensibilità alle notizie e ai flussi.
Novembre 2025 è stato un mese particolarmente complesso per le cripto da un punto di vista di flussi e valore di mercato: Bitcoin è passato da oltre 126.000 dollari a un range stabile tra 85.000 e 90.000 dollari registrando una contrazione rilevante.
Ethereum ha sofferto in parallelo, con vendite e pressione sui prezzi, anche se con flussi in leggero recupero verso fine mese; alcune Altcoin e nuovi ETF su token diversi da BTC/ETH hanno mostrato andamenti differenti, evidenziando una dispersione delle performance nel settore.
Mercato cripto: non sembrerebbe una crisi strutturale
In un confronto con altri anni, novembre 2025 sembra comparabile a livello di impatto alle fasi di crisi più acute vissute dal mercato cripto (ad esempio ai crolli legati a shock esterni, la crisi del 2022–2023), per entità di calo. Tuttavia, a differenza di quei periodi, non sembra trattarsi di una crisi strutturale ma piuttosto di una correzione guidata dal sentiment, dalla leva e dall’ingresso/uscita di capitali istituzionali e questo lascia aperta la possibilità di un recupero nel medio termine, soprattutto se i flussi si stabilizzeranno.
Ci sono una serie di concause che hanno provocato questo crollo, partendo dai deflussi dagli ETF dopo un novembre nero con il mercato che non ha ancora digerito l’esodo record dagli ETF spot su Bitcoin (quasi 3,5 miliardi di dollari in uscita) lasciandolo in balia della volatilità. C’è stata poi la reazione tardiva allo shutdown USA e al ritorno dei dati macro con gli asset rischiosi, cripto incluse, le quali hanno reagito con vendite. In aggiunta, è possibile che alcuni operatori abbiano ridotto l’esposizione in vista degli eventi macro in calendario e quest’anno, dopo una serie di segnali divergenti sull’economia, il posizionamento è stato particolarmente prudente.
Non meno importante il fatto che la profondità del mercato è ancora inferiore rispetto ai picchi di metà anno. Una volta violati i supporti, il meccanismo automatico delle liquidazioni ha amplificato i movimenti al ribasso con migliaia di posizioni bruciate e centinaia di milioni di dollari di posizioni saltate con particolare concentrazione su Bitcoin, Ethereum e le Altcoin ad alta leva, un segnale chiaro che la leva che aveva sorretto i rialzi precedenti è stata completamente spazzata via.
Bitcoin & Co. : ora cosa ci aspetta?
Tra gli scenari attesi, il più probabile è rappresentato dal consolidamento sugli attuali livelli in attesa del FOMC, ma se gli ETF continueranno a registrare deflussi e la Fed manterrà un atteggiamento restrittivo, sono possibili alcune ipotesi di movimento di BTC verso 78–80k.
Il mercato ha mostrato volatilità tale da generare rimbalzi anche del 5–10% in passato, senza che però questi rappresentino previsioni circa quello che succederà. Lunedì 1° dicembre 2025 segna un avvio di mese caratterizzato da forte volatilità per il comparto cripto. La correzione era in parte attesa, ma la violenza del movimento evidenzia un mercato ancora troppo dipendente dalla leva, dagli ETF istituzionali e dal contesto macro Usa.
Finché questi tre fattori non si stabilizzeranno, la volatilità rimarrà elevata e le cripto continueranno a muoversi in modo più aggressivo rispetto agli altri asset finanziari.
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