Strategy continua a reperire risorse per acquistare più Bitcoin. Secondo quanto riferito dai ben informati, la società di software guidata da
Michael Saylor sta pianificando di emettere 2,5 milioni di azioni privilegiate perpetue al prezzo di 100 dollari cadauna, per un
valore complessivo quindi di 250 milioni di dollari. Il titolo rilascerà dividendi non cumulativi in contanti a un tasso del 10% annuo, qualora sia deciso dal Consiglio di amministrazione o da un comitato autorizzato, nel rispetto di determinate condizioni. Quindi, il pagamento non è obbligatorio. L'erogazione avverrà trimestralmente a partire dal 30 settembre e gli investitori potranno riscattare le azioni in contanti se ricorrono alcune condizioni.
Le azioni privilegiate perpetue sono senior solo rispetto alle azioni ordinarie di Strategy, il che significa una priorità di pagamento dei dividendi e di rimborso del capitale in caso di default dell'azienda; mentre sono junior rispetto alle perpetual strike shares, alle perpetual strife shares e al debito già emesso dalla società. A guidare l'offerta delle azioni privilegiate perpetue vi sono alcune grandi banche, quali Barclays, Morgan Stanley, Moelis & Co. e Toronto-Dominion Bank.
Bitcoin: la strategia delle società per accaparrarsi le monete
Strategy ha iniziato a raccogliere capitali attraverso vari strumenti finanziari per investire in Bitcoin dal 2020, in piena pandemia da Covid-19. La società, allora denominata MicroStrategy, ha letteralmente
snaturato il business focalizzandolo sugli investimenti nella criptovaluta. L'idea di fondo è la scarsezza dell'asset, la cui emissione è limitata a 21 milioni di monete, mentre la domanda è in continua crescita. Secondo quanto dichiarato in un documento depositato, fino all'inizio di giugno, l'azienda ha speso
40,7 miliardi di dollari per un totale di 580.955 Bitcoin. Le partecipazioni valgono oltre 60 miliardi di dollari ai prezzi ufficiali.
Strategy comunque non è l'unica società che ha modificato l'attività principale per investire in Bitcoin, altre hanno cercato di emularla. Sulla base di quanto riportato dalla piattaforma online BitcoinTreasuries.net, da inizio aprile a oggi il numero di imitatori sarebbe salito da 89 a 113. Ciò significa che oltre 800 mila monete sono possedute da istituzioni che svolgono un'altra attività.
Tra gli esempi, si può ricordare Strive Asset Management del politico statunitense Vivek Ramaswamy. L'obiettivo del veicolo di investimento è di effettuare fusioni con lo scopo di acquisire Bitcoin raccogliendo nuovi fondi per 1,5 miliardi di dollari attraverso una quotazione in Borsa. Un altro caso è quello di Twenty One Capital, gestita da Jack Mallers, che ha avuto una certa influenza in El Salvador nel rendere il Bitcoin una valuta a corso legale. L’impresa è stata creata in un accordo con Cantor Equity Partners, guidata da Brandon Lutnick, figlio del segretario al commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick, e sostenuta da SoftBank e dall’operatore di stablecoin Tether.
Tutto questo "sta aumentando meccanicamente la domanda di Bitcoin, che è un catalizzatore per l’aumento dei prezzi", ha affermato Christophe Roehri, vice Amministratore delegato del gestore di asset digitali Tobam.