WeWork è a un passo dal fallimento. La società americana che fornisce spazi di condivisione di uffici lavorativi prevede di rivolgersi al Chapter 11 della legge fallimentare statunitense già la prossima settimana, sommersa ormai da una montagna di debiti e da un cumulo di perdite. Nelle contrattazioni After Hours di Wall Street le azioni sono sprofondate, perdendo il 42,5% del loro valore. Il passivo si aggiunge a una perdita da inizio anno del 96% a 2,28 dollari.
WeWork: la storia di un fallimento annunciato
L'attività della società sostenuta da SoftBank con una partecipazione del 56% ormai fa acqua da tutte le parti. Gli investitori da subito hanno mostrato scetticismo sul suo modello di business, che si basa sul prendere contratti di locazione a lungo termine e affittare a breve termine.
Dopo una valutazione privata di 47 miliardi di dollari nel 2019, la società ha tentato di diventare pubblica tramite un'
offerta pubblica iniziale, ma
il mercato ha mostrato uno scarso interesse a investire in una società in perdita. Soprattutto è stato reticente a mettere denaro in un'azienda in preda a una crisi finanziaria e di gestione operativa.
L'intervento di SoftBank fu temporaneamente risolutivo. Il colosso bancario giapponese avanzò con un piano di ristrutturazione da 5 miliardi di dollari - in aggiunta ai 9,1 miliardi che aveva messo in precedenza nel capitale della società - che prevedeva la chiusura di molti edifici e un taglio della forza lavoro. Il ridimensionamento dell'attività si accompagnava alle dimissioni dell'amministratore delegato di WeWork, Adam Neumann, ritenuto responsabile dell'eccessivo espansionismo dell'azienda.
Tutto ciò ha preparato il terreno per una fusione con la
SPAC BowX Acquisition Corp e la quotazione in Borsa avvenuta il 21 ottobre 2021 (
Wall Street: WeWork sbarca in Borsa dopo l'IPO fallita nel 2019).
L'esperienza a Wall Street è stata però un calvario. Le azioni hanno perso gradualmente valore, mentre i debiti e le perdite si accumulavano. Alla fine di giugno 2023, la società ha dichiarato un indebitamento netto di 2,9 miliardi di dollari e contratti di locazione a lungo termine in essere per oltre 13 miliardi di dollari.
L'aumento dei tassi d'interesse ha avuto l'effetto di un colpo di grazia per l'azienda newyorchese, dal momento che tutto il settore immobiliare commerciale è stato danneggiato da costi di finanziamento più elevati. Ad agosto è arrivata l'ennesima tempesta, con la società che ha dichiarato di avere "dubbi sostanziali" circa la sua capacità di continuare l'attività. Mentre l'amministratore delegato Sandeep Mathrani e altri importanti dirigenti hanno deciso di abbandonare la nave.
Questa settimana WeWork ha affermato di aver stipulato con i creditori un accordo per il rinvio temporaneo dei pagamenti, con il periodo di grazia che si avvicina al termine. Ormai però sembra che l'avventura dell'azienda, nata con grandi premesse, sia inesorabilmente giunta all'epilogo.