Quando, ad aprile, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha alzato la tensione a Wall Street annunciando i
dazi reciproci e minacciando di annettere il Canada e la Groenlandia, molti pensavano che gli investitori stranieri si sarebbero messi in fuga dalle azioni USA.
Non solo non è andata così, ma addirittura gli acquisti in arrivo dall'estero hanno registrato nel secondo trimestre il record dal 1968, secondo i dati rilasciati dal Federal Reserve Board. In pratica, il 32% delle allocazioni da parte degli operatori di mercato internazionali sono indirizzati in asset statunitensi. Nei tre mesi terminati il 30 giugno, i nuovi investimenti di matrice estera sono arrivati a 290,7 miliardi di dollari.
Un'analisi di Bank of America guardando il flusso dei fondi mostra che la corsa agli acquisti è continuata nel terzo trimestre. "I dati del Treasury International Capital indicano che a partire da luglio, le partecipazioni estere in azioni statunitensi sono in procinto di aumentare di 2.800 miliardi di dollari quest'anno", ha detto Elyas Galou, Direttore della strategia di investimento globale presso la big bank statunitense.
Lo strategist ha inoltre osservato che gli investitori internazionali hanno aggiunto fondi azionari statunitensi al ritmo più veloce da marzo nel corso degli ultimi tre mesi. Ora, gli acquirenti stranieri detengono complessivamente circa 18.000 miliardi di dollari in azioni USA, ossia circa il 30% del mercato globale. Si tratta del massimo dal 1945. "Gli investitori internazionali stanno ancora acquistando azioni statunitensi a un ritmo molto forte", ha detto Galou.
Azioni USA: ecco perché attirano così tanto gli stranieri
L'aspetto curioso è che il flusso di denaro a Wall Street proveniente dall'estero
non si concilia perfettamente con le performance dell'S&P 500. L'indice americano ha sottoperformato i benchmark azionari di Paesi come Cina, Giappone, Canada, Messico e Brasile. L'indice MSCI All-Country World, escluse le azioni statunitensi, ha fatto meglio di quasi 10 punti percentuali rispetto all'S&P 500. Allora qual è il miele che conduce ai titoli a stelle e strisce?
Secondo gli esperti di mercato, in parte ciò è giustificato dal boom dell'intelligenza artificiale, che ha alimentato il rally di Big Tech come Nvidia, Alphabet e Microsoft. "Gli acquisti esteri sono stati una sorpresa", ha affermato Sam Stovall, capo strategist degli investimenti presso CFRA. "Perché gli investitori dovrebbero venire qui se i loro mercati stanno raggiungendo livelli record? L'ipotesi è che stanno acquistando in modo selettivo il tema dell'intelligenza artificiale e si stanno concentrando sulle grandi società tecnologiche".
Anche la debolezza del dollaro ha spinto i trader stranieri verso le azioni USA, in quanto l'importo investito equivalente in moneta americana è risultato superiore. Tuttavia, gli operatori hanno dovuto attivare forme di copertura per la continua discesa del biglietto verde. Stovall ritiene comunque che "l'indebolimento del dollaro sia un ostacolo ai rendimenti".