Un argomento di cui si discute da parecchio tempo riguarda la quotazione elevata delle azioni dei due giganti del Web, Amazon e Google, e del motivo per cui ancora il management aziendale non si è deciso a effettuare un frazionamento. Ad ogni pubblicazione della trimestrale gli investitori sperano che arrivino segnali positivi in tale direzione, ma le attese vengono puntualmente deluse.
Con l'avvicendamento al timone di Amazon tra Jeff Bezos e Andy Jessy, qualcosa potrebbe cambiare. L'uomo più ricco del mondo evidentemente non ha mai voluto fare questo passo, altrimenti l'avrebbe già fatto. Riguardo Google la cosa si fa più difficile, almeno per quest'anno, anche perché le azioni hanno un valore inferiore rispetto all'e-commerce. Questa settimana verranno rilasciati i risultati del secondo trimestre per le 2 aziende, vediamo se ci saranno novità al riguardo.
Amazon-Google: è in arrivo lo split azionario?
Entrambe le azioni sono diventate comunque molto costose e questo potrebbe indurre molti investitori a non acquistare i titoli, altri a investire attraverso strumenti come i CFD o le opzioni. Per rendere le azioni più accessibili gli operatori si aspettano uno split con un rapporto 1:10 sia per Amazon che per Google.
La società di Seattle ha il secondo titolo più quotato di tutto l'indice S&P 500, dietro a quello dell'impresa di costruzioni NVR, e non effettua una divisione dal 1999. Il motore di ricerca online più grande del mondo invece non divide le sue azioni dal 2014, allorché ha distribuito azioni senza diritto di voto come dividendo. L'anno scorso altre 2 big tech hanno scelto la strada per il frazionamento. Una è stata Apple che nel mese di luglio 2020 ha suddiviso le sue azioni con un rapporto di 1:4. Cupertino è stata seguita da Tesla il mese dopo, con uno split azionario di 1:5.
Se Amazon e Google dovessero procedere allo stesso modo ci sarebbero i presupposti per l'inclusione nel Dow Jones Industriale Average, occupando un posto di rilievo nella ponderazione dell'indice. In questo momento la società che ha un maggior peso tra i 30 componenti del listino è la UnitedHealth Group, le cui azioni quotano 413,72 dollari e pesano per circa l'8%. Già con una suddivisione per 10 come ipotizzato, i due colossi avrebbero gran voce in capitolo.
Google-Amazon: le opinioni degli analisti su split azioni
Non tutti gli analisti sono possibilisti rispetto a un'eventuale divisione dei titoli Amazon e Google. Ad esempio Mark Mahaney di Evercore ritiene che i tempi perché ciò avvenga sono ancora lunghi, dal momento anche che tutto tace ai vertici aziendali. Secondo l'esperto la vera scommessa nei prossimi 2-3 anni sarebbe un'altra.
Riguardo Amazon, la società ora guidata da Andy Jessy è l'unica dei FAAMG che negli ultimi anni non ha effettuato buyback azionari e con una liquidità che supera i 40 milioni di dollari ci sono tutte le condizioni per farli. Quanto a Google, Mountain View non paga un dividendo e potrebbe valutare anche l'ipotesi di accodarsi ad aziende come Apple e Microsoft.
Più ottimista sullo split azionario risulta essere Gary Black, ex CEO di Janus e Aegon Asset Management US, il quale ritiene che l'operazione potrebbe essere un segnale rialzista che il management dà al mercato e che ovviamente apporta benefici anche ai vertici aziendali.