A Wall Street è tornata la paura, come non si vedeva dai tempi della guerra dei dazi innescata dal presidente Trump nel mese di aprile. L’indice VIX Cboe - indicatore della volatilità implicita delle opzioni sull’S&P 500 - si aggira intorno a quota 25, un livello ben al di sopra della soglia di 20 considerata critica.
Il mercato è nervoso perché teme che la bolla dell’intelligenza artificiale stia per scoppiare. Le aziende tecnologiche hanno effettuato ingenti investimenti nella nuova tecnologia e una parte consistente di essi è stata finanziata ricorrendo al debito. Di conseguenza, aumenta il timore che l’esposizione non sia sostenibile, soprattutto perché emergono dubbi sul fatto che queste spese si tradurranno in migliori risultati. Questa sera Nvidia pubblicherà i conti trimestrali, che normalmente rappresentano un barometro per capire se il boom dell’AI è in espansione o si sta raffreddando.
Un ulteriore elemento di inquietudine nei mercati è il calo delle aspettative che la Federal Reserve possa tagliare i tassi di interesse a dicembre. Anche se il governatore Christopher Waller si è espresso a favore di una sforbiciata, diversi altri membri del Board of Governors hanno messo in guardia contro una mossa accomodante, temendo che questo possa intensificare l’inflazione, rimessa in circolo dai dazi di Trump.
Ci sono anche preoccupazioni per l’economia americana, che porta con sé gli strascichi dello shutdown. Ora arriverà il rilascio dei dati macroeconomici, rimasto indietro a causa della chiusura del Bureau of Labor Statistics dovuta al blocco delle attività federali. Le aspettative non sono incoraggianti, in particolare per quanto riguarda il mercato del lavoro.
Wall Street: la correzione AI potrebbe riflettersi su tutto il mercato
Recentemente a lanciare l’allarme sulle azioni a Wall Street è stato Daniel Pinto, vicepresidente di JP Morgan Chase. A suo avviso, le valutazioni nell’industria dell’intelligenza artificiale potrebbero andare incontro a una correzione e questo si rifletterebbe sul resto del mercato. “Per giustificare queste valutazioni, si sta considerando un livello di produttività futuro, ma potrebbe non manifestarsi velocemente come il mercato ritiene”, ha dichiarato.
Pinto ritiene comunque bassa la probabilità che l’economia statunitense scivoli in recessione, ma questo non toglie che il mercato azionario possa avere un rialzo limitato da qui in avanti. “Vediamo un certo rallentamento dell’economia americana, che potrebbe crescere meno l’anno prossimo”, ha detto. Tuttavia, “molto probabilmente eviterà la recessione”.
Anche per Ipek Ozkardeskaya, analista senior di Swissquote, la situazione è tesa. L’attrazione per l’intelligenza artificiale è “sotto pressione per le preoccupazioni sulla circolarità e per i timori di bolle”, ha dichiarato, facendo riferimento ai rapporti circolari derivanti dai contratti che alcune grandi aziende tecnologiche come Nvidia e Oracle hanno firmato con OpenAI. “La cattiva notizia è che alcuni dei fattori più ottimisti - entusiasmo per l’AI, massicci stimoli governativi e aspettative di accomodamento monetario da parte delle Banche centrali - stanno iniziando a svanire”.
Matt Britzman, analista senior azionario di Hargreaves Lansdown, vede invece la correzione in chiave positiva, ritenendo che le prospettive a lungo termine per le azioni americane restino intatte. “I pullback non sono mai divertenti, ma spesso sono salutari, specialmente in un mercato che mostra segni di esuberanza”, ha affermato.