Negli ultimi tempi, l'andamento di Wall Street non è molto chiaro. La Borsa americana alterna nuovi massimi storici a ricadute anche energiche, che fanno pensare a correzioni più serie. Il fulcro attorno al quale ruota tutta la volatilità è rappresentato sempre dai titoli tecnologici, strettamente legati al tema dell'intelligenza artificiale.
Le trimestrali di questa settimana hanno cambiato in pochi giorni l'umore degli investitori: si è passati dalle preoccupazioni innescate dai conti di Oracle e Broadcom al ritorno all'ottimismo dopo la presentazione dei risultati di Micron Technology. Probabilmente, la verità sta nel mezzo, mentre il dibattito sul fatto che sia in corso o meno una bolla AI pronta a esplodere è ancora acceso.
Wall Street: ecco i titoli a rischio
I quant di JP Morgan Chase, gli analisti che utilizzano la matematica avanzata, la statistica e la programmazione, avvertono che su alcuni titoli in forte rialzo quest'anno ci sia un "eccessivo affollamento" e che, per questo motivo, potrebbero essere "vulnerabili a un'inversione di tendenza". La banca americana cita in particolare Broadcom, Advanced Micro Devices, Expedia Group, Estée Lauder, Invesco e Nucor.
"Queste società sono più sensibili agli shock, il che le espone al rischio di una improvvisa rivalutazione al ribasso", ha scritto Bram Kaplan, responsabile della strategia sui derivati azionari per le Americhe di JP Morgan. "I titoli a bassa volatilità presentano un profilo rischio-rendimento più interessante rispetto ai titoli più volatili", molti dei quali sono "beneficiari speculativi di secondo livello dell’intelligenza artificiale", ha aggiunto l'esperto.
Il motivo per cui sono particolarmente esposti a forti oscillazioni, secondo la banca, risiede nel fatto che le società devono ricorrere ai mercati dei capitali e al debito per finanziare gli investimenti nell'intelligenza artificiale, piuttosto che fare affidamento sulle risorse generate dalla crescita interna.
Cosa fare?
Alla luce dell'elevata rischiosità di questi titoli, JP Morgan suggerisce di attuare strategie di copertura contro repentini e consistenti ribassi. Una soluzione potrebbe essere quella di acquistare opzioni put sulle azioni più speculative e assumere posizioni rialziste su quelle meno volatili. In alternativa, è possibile effettuare posizioni short sui titoli ad "alto momentum" e, nel contempo, posizioni long su società difensive e stabili come Cigna, Pfizer e Verizon, hanno affermato gli strategist del più grande istituto finanziario statunitense.
Ma se in realtà non fosse in atto una vera rotazione dai titoli momentum, al punto da configurare un cambiamento strutturale di mercato? Questa ipotesi è sollevata da alcuni osservatori finanziari, che ritengono ancora forte il clamore intorno all'intelligenza artificiale, senza che ci sia un’inversione di tendenza significativa.
"I veri proprietari degli asset - investitori retail e grandi istituzioni - sono gli unici partecipanti al mercato in grado di provocare movimenti significativi oltre le correzioni tecniche di breve periodo", ha affermato Alexis Maubourguet, Chief investment officer dell’hedge fund svizzero Adapt Investment Managers. "Sarà necessario un cambiamento fondamentale rilevante, come una svolta materiale nella narrativa sull’intelligenza artificiale, perché decidano di liquidare le loro posizioni".