- Gli investitori nel 2020 si sono concentrati sui titoli tecnologici e con grandi prospettive di crescita;
- La pandemia ha ridotto le attese degli utili del 18% rispetto all'anno scorso;
- Molti titoli hanno raggiunto dei prezzi molto elevati e questa rappresenta una preoccupazione per i nuovi potenziali investitori
Mai nessun periodo storico ha fatto meglio da vent'anni a questa parte. Il 2020 è stato l'anno che finora ha registrato la migliore performance a Wall Street delle società che hanno una capitalizzazione di almeno 100 milioni di dollari. Ben 60 aziende quotate nella Borsa americana sono riuscite a guadagnare almeno il 400% nei primi nove mesi dell'anno.
A guidare la classifica le società tecnologiche e di biotecnologia, ma svettano anche quelle aziende che hanno approfittato delle modifiche abitudinarie dei consumatori per effetto della pandemia. Tra i titoli maggiormente in vista spiccano: Overstock.com, rivenditore Internet americano con sede a Midvale che ha messo finora a segno un +978%; Zoom Video Comunications, società di servizi di teleconferenza con sede a San Jose in California che è in rialzo del +584% e la gloriosa Tesla che ha confezionato il 401% di guadagno.
Basti pensare che l'S&P 500 quest'anno è cresciuto solamente del 3,2% per avere idea della straordinarietà del percorso che tali aziende hanno intrapreso nei mercati azionari. Il divario tra le star e gli sconfitti del Nasdaq Composite è enorme: oltre 1.000 titoli dell'indice, che ne comprende 2.500, sono scesi di almeno il 50%. Questo la dice lunga sulla scelta netta che hanno fatto gli investitori nei primi tre trimestri del 2020.
Wall Street: le motivazioni del rialzo
La pandemia ha giocato un ruolo determinante. La crisi economica innescata dal Covid-19 ha inferto un colpo letale a gran parte delle imprese che hanno visto diminuire le previsioni degli utili del 2020 del 18% rispetto al 2019. Questo rappresenta il calo più evidente da dodici anni a questa parte e la cosa non poteva non riflettersi almeno in parte sui corsi azionari.
In aggiunta a questo c'è da considerare che la politica monetaria ultra espansiva e i tassi bassi per lunghi periodi della FED hanno contribuito ad abbassare notevolmente i rendimenti per altre forme di investimento, come ad esempio le obbligazioni e i titoli di Stato.
In questo contesto gli investitori hanno preferito spostare l'attenzione verso le azioni di società che hanno un'elevata prospettiva di crescita per il futuro. Quindi sono state privilegiate anche le IPO, con le società al debutto che hanno conseguito i guadagni più elevati rispetto a tutte le altre operazioni simili dal 2000 a oggi. Ne è un'evidente dimostrazione la quotazione di Snowflake che ha visto le azioni praticamente raddoppiare già dal primo giorno di contrattazione.
A contribuire alla lievitazione dei corsi non sono stati soltanto i piccoli investitori presi dall'euforia, ma anche i fondi azionari e bilanciati che, nella loro attività di asset management, hanno recentemente fatto confluire circa 18 miliardi di dollari verso le azioni del tipo su esposto. Questa cifra rappresenta un valore triplo rispetto a cinque anni fa.
Wall Street: può continuare il rialzo?
La principale preoccupazione di molti investitori è che le società che hanno ottenuto tali eccellenti performance possano finire come le Dot-com di vent'anni fa, quando le società tecnologiche realizzarono per anni poderosi guadagni prima di franare miseramente. In verità la situazione non è molto paragonabile. Allora i multipli societari esprimevano un rapporto price/earnings fino a 70 volte, oggi invece questi si aggira intorno alle 20 volte .
Inoltre, c'è da considerare a latere che, rispetto al 2000, è di molto diminuito il peso nel paniere dei virtuosi dei gruppi finanziari ed energetici. Questo significa che una crisi che travolge il settore finanziario e uno shock petrolifero come quello vissuto a marzo troverebbero gli indici parzialmente immunizzati.
Tuttavia alcuni si chiedono se comprare ai massimi azioni che sono cresciute così tanto sia una scelta saggia o se non sia il caso di attendere quantomeno una correzione. Guardando in effetti i valori raggiunti da società come Tesla viene da pensare che si incorra nel rischio di rimanere incastrati.
Per ovviare a questo fattore dell'alta quotazione, recentemente la società guidata da Elon Musk ha deciso per un frazionamento azionario. In precedenza anche Apple aveva fatto lo stesso per ridare linfa alle quotazioni. Questo ha attirato ulteriori capitali da parte di risparmiatori che hanno trovato un accesso più facilitato all'investimento, dato il taglio più basso delle azioni. E alla fine il rischio è stato premiato, almeno per il momento.