Wall Street è in grande spolvero poco dopo l'apertura: l'indice
S&P 500 mette a segno un incremento di circa 2,5 punti percentuali
annullando quasi completamente le perdite da inizio anno. Gli investitori hanno salutato con entusiasmo la notizia che Stati Uniti e Cina hanno raggiunto l'accordo di
sospendere per 90 giorni la maggior parte dei dazi reciproci.
Il compromesso, che partirà da mercoledì 14 maggio, comporta che le tariffe americane verso la Cina del 145% e quelle cinesi verso gli USA del 125% saranno ridotte rispettivamente al 30% e al 10%. Rimangono in vigore i c.d. “dazi fentanyl” del 20% sui prodotti di origine cinese.
La decisione è stata presa dopo i colloqui tenuti lo scorso fine settimana in Svizzera tra i delegati commerciali statunitensi e cinesi. "Abbiamo avuto colloqui molto produttivi e credo che la sede, qui sul lago di Ginevra, abbia aggiunto grande equanimità a quello che è stato un processo molto positivo", ha detto il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent in una conferenza stampa. "Abbiamo raggiunto un accordo su una pausa di 90 giorni e abbiamo sostanzialmente abbassato i livelli tariffari. Per quanto riguarda i dazi reciproci, le parti ridurranno le loro tariffe del 115%".
Wall Street: cresce l'ampiezza del mercato
Al di là dell'euforia del momento per la bella notizia, a Wall Street c'è un segnale che potrebbe segnare una svolta in senso positivo per le quotazioni. Se si prende la versione equiponderata dell'S&P 500, ovvero assegnando lo stesso peso a tutti i componenti del benchmark, si osserva una sovraperformance di sei sedute consecutive rispetto allo stesso indice ponderato per la capitalizzazione. Si è di fronte alla più lunga serie da gennaio 2023.
Questo significa che la partecipazione ai rialzi delle azioni è più ampia, a differenza di quanto accaduto nel rally del 2023 e del 2024 quando le megacap tecnologiche hanno guidato le performance della Borsa americana. In tutto quel periodo, una delle principali preoccupazioni era proprio la scarsa ampiezza del mercato, in quanto se una manciata di società avesse perso terreno, tutta la Borsa americana avrebbe rischiato di subire uno scossone molto forte. Ora c'è una diversificazione del rischio grazie a fondamenta del mercato più solide.
Ci sono diverse misure dell'ampiezza che fanno lampeggiare segnali di acquisto, secondo gli specialisti dell'analisi tecnica. Craig Johnson, capo tecnico di mercato di Piper Sandler, ad esempio, ha evidenziato come un indicatore che tiene traccia del numero di azioni scambiate al di sopra della loro media mobile a 40 settimane rispetto alla media mobile a 10 settimane, è sul punto di segnalare un acquisto.
Così come la linea cumulativa di avanzamento-declino dell'S&P 500 a nuovi massimi, il che di solito precede i guadagni dell'indice nelle prossime settimane e mesi. Gli strategist di Ned Davis Research invece vedono il rapporto tra i rialzisti a 10 giorni e i ribassisti - altro indicatore dell'ampiezza - come il primo segnale rialzista da febbraio 2023.
"Il concetto alla base delle spinte di ampiezza è che i rally più forti hanno la partecipazione della maggior parte delle azioni", ha detto un team guidato da Ed Clissold, capo strategist per gli Stati Uniti. "Se alcuni si trovano in difficoltà, molti altri rimangono in trend rialzista per spingere le medie popolari più in alto".
Ma è davvero il momento di comprare?
Gli investitori devono rompere definitivamente gli indugi e comprare le azioni a Wall Street? Gli strategist di Morgan Stanley ritengono che ancora non sia il momento per dare il via libera, sebbene il sentiment nei confronti del mercato azionario sia migliorato. Gli esperti ritengono che affinché il rally sia duraturo, occorrano progressi in quattro fattori.
Due, "l'accordo commerciale con la Cina e la stabilizzazione delle revisioni degli utili", hanno dato segnali positivi. Gli altri due, "una Fed più accomodante e un rendimento dei titoli di Stato a 10 anni inferiore al 4% senza dati di recessione, devono ancora materializzarsi". Il team guidato da Michael Wilson vede un test tecnico importante nell'area 5.750-5.800 punti per l'S&P 500, dove c'è la convergenza delle medie mobili a 200 e 100 giorni.
Anche Mislav Matejka, esperto di JP Morgan Chase, ha molti dubbi sull'azionario americano. Egli sottolinea come in questi anni oltre il 40% della sovraperformance di Wall Street sia stata generata dalle Magnifiche Sette, che "potrebbero non essere più così eccezionali nel mondo dell'intelligenza artificiale democratizzata".
Quindi, "il loro rendimento sul capitale investito potrebbe deludere", ha avvertito, soprattutto se, come prevede, si dovesse concretizzare una recessione negli Stati Uniti. "Il settore tecnologico statunitense è ormai troppo grande per essere indipendente e rimane legato a settori ciclici come la pubblicità e la spesa dei consumatori", ha sottolineato.