Questo mese è filtrata la notizia che Shell starebbe lavorando con i suoi consulenti per valutare una potenziale acquisizione di BP. Sulla fattibilità dell'operazione le discussioni sono in corso e dalle società coinvolte arrivano poche informazioni. Ad ogni modo, se dovesse concretizzarsi l'affare, si tratterebbe di una delle più grandi combinazioni di sempre nell'industria petrolifera.
Su un potenziale accordo tra le due major britanniche si è discusso a intermittenza negli anni, ma negli ultimi tempi la competizione si è fatta più fitta e le strade si sono separate. Per dimensioni e influenza a livello globale, i due giganti energetici sono simili, quindi la posta in palio è elevata e ogni passo verosimilmente sarà studiato con cura.
Alcune voci sussurrano che Shell starebbe aspettando ulteriori cali delle azioni di BP e dei prezzi del petrolio per piazzare un'offerta. Tutto ciò considerando anche il contesto attuale non idilliaco per l'industria petrolifera e la situazione di difficoltà di BP, le cui azioni nell'ultimo anno si sono ridotte di valore per circa un terzo.
Shell-BP: gli effetti di un'eventuale fusione
Frattanto che si materializzano ulteriori sviluppi, gli analisti si sono dilettati a ipotizzare quali potrebbero essere gli effetti di una fusione Shell-BP. Eccone alcuni in particolare.
La creazione di un gigante del petrolio
Due aziende di questa portata darebbero vita a un colosso energetico in grado di produrre petrolio fino a quasi 5 milioni di barili al giorno, secondo UBS. Attualmente Shell produce circa 2,7 milioni di unità, il che comporterebbe un incremento di circa l'85%. L'entità combinata supererebbe quindi i giganti statunitensi ExxonMobil e Chevron, che nel primo trimestre 2025 hanno pompato rispettivamente 4,6 e 3,4 milioni di barili giornalieri.
Dominus nel GNL
Gli analisti di RBC (Royal Bank of Canada) evidenziano che Shell è il più grande venditore al mondo di gas naturale liquefatto e, con l'acquisizione di BP, rafforzerebbe questo ruolo. Insieme le due società londinesi sarebbero in grado di realizzare vendite di GNL per oltre 90 milioni di tonnellate all'anno, il 20% del mercato globale.
Per il mercato del gas tutto ciò sarebbe di estrema importanza, specialmente in un contesto dove da tre anni il paradigma è stato stravolto dalla guerra Russia-Ucraina. Un aspetto chiave sarebbe la riduzione cospicua dei costi di spedizione, grazie all'unione delle rispettive flotte navali.
Espansione del trading di materie prime
Shell e BP sono tra i maggiori operatori nel mercato delle materie prime. Secondo i dati forniti dalle società, negli ultimi dieci anni i trader di Shell hanno aumentato il rendimento medio del capitale della società tra il 2% e il 4%, mentre quelli di BP hanno realizzato un aumento del 4% negli ultimi cinque anni.
Tuttavia, RBC si chiede se il premio dell'acquisizione sarebbe giustificato da una crescita sufficiente di tali rendimenti. Gli analisti della banca ritengono che il premio sarebbe di circa il 20% rispetto a un valore di mercato attuale di BP di circa 55 miliardi di sterline (aggiornato all'8 maggio 2025).
Sinergie
Il premio pagato da Shell potrebbe essere importante, ma verrebbe compensato da ricche sinergie. RBC stima che i benefici al netto delle imposte sarebbero di 1 miliardo di dollari il primo anno e 2 miliardi il secondo. Tra l'altro, le sinergie si estenderebbero alle spese in conto capitale per 1 miliardo di dollari il primo anno e 1,5 miliardi di dollari il secondo.
Il vantaggio si concretizzerebbe anche in termini di free cash flow, con un aumento nell'entità combinata a partire dal 2026 proprio per effetto delle sinergie materiali e dei tagli al capex, sottolinea RBC.
Il problema del debito
Il debito è una spina nel fianco per Shell. Nel primo trimestre 2025, il rapporto di leva finanziaria ha raggiunto il 48%, il che ha reso la società la più indebitata tra le major. RBC ritiene che l'unione del debito di BP, gli impegni di leasing e la fuoriuscita di petrolio dal pozzo di Macondo, nel Golfo del Messico, potrebbero rappresentare una combinazione mortale per Shell.
L'Antitrust
L'aggregazione Shell-BP potrebbe dover affrontare problematiche relative alla concorrenza con le autorità regolamentari. Secondo UBS, in alcuni mercati la quota del gruppo combinato potrebbe essere abbastanza alta da attivare lo stop del regolatore, costringendo alla vendita di alcuni asset. Una possibilità, osserva RBC, è quella di smantellare l'intera unità di marketing e vendita al dettaglio di BP, che ha un valore tra i 30 e i 40 miliardi di dollari. A rischio sarebbero anche le attività upstream in Azerbaigian, Iraq, India e Abu Dhabi. Tutti questi investimenti alla fine rischiano di rappresentare un ostacolo all'accordo, affermano gli analisti della banca canadese.