Questa settimana le
azioni Alphabet sono state messe in subbuglio dalla dichiarazione di
Eddy Cue, vicepresidente senior dei servizi Apple, secondo cui il browser Safari del gigante di Cupertino potrebbe aggiungere servizi di
intelligenza artificiale in alternativa al motore di ricerca predefinito di Google. Si tratterebbe di un colpo non da poco per il colosso di Mountain View.
Attualmente, infatti,
Google paga circa 20 miliardi di dollari l'anno ad Apple per avere la priorità nella ricerca attraverso i dispositivi della società gestita da
Tim Cook, ma ciò le permette di attirare un flusso di milioni di utenti alimentando il suo core business pubblicitario.
Le azioni Alphabet si sono riprese quando la società ha comunicato che le query di ricerca attraverso Google continuano ad aumentare, incluse quelle provenienti dagli utenti Apple. Tuttavia, ancora il titolo è in calo di quasi 6 punti percentuali questa settimana, condizionato dalla debacle del 7,26% di mercoledì scorso allorché è stata resa pubblica la dichiarazione di Cue.
Vanno comprate le azioni Alphabet?
Non è la prima volta che le azioni Alphabet sono sotto pressione negli ultimi anni a causa di questioni legate all'intelligenza artificiale. Verso la fine del 2022 è stato il debutto di ChatGPT a mettere in crisi il titolo in Borsa, affondato poi nel febbraio del 2023 sulle preoccupazioni del ritardo del suo chatbot AI (Artificial Intelligence).
Le azioni del gruppo guidato da Sundar Pichai si sono sempre rialzate e l'ultima trimestrale ha confermato che l'attività pubblicitaria dell'azienda è in grande salute. Il punto è se una rottura con Apple possa far perdere quote di mercato all'azienda e se e quanto questo finirà per riflettersi nel prezzo delle azioni.
Secondo gli ultimi dati di Statista risalenti a marzo scorso, la quota di mercato sembra reggere. Oggi è circa l'89,7%, in calo rispetto al 92,9% di gennaio 2023. Si tratta però ancora di una cifra monstre, la cui contrazione non è poi così elevata se si considera che nel frattempo c'è stata l'irruzione impetuosa di Chat GPT sul mercato dell'intelligenza artificiale.
Art Hogan, Chief market strategist di B. Riley Wealth Management, vede tuttavia qualche crepa. "Questa è la prima volta che Alphabet ha davvero visto la concorrenza nella ricerca da quando la categoria è stata originata".
Se effettivamente la Big Tech dovesse perdere quote di mercato, l'impatto sulle azioni potrebbe essere rilevante, con gli investitori che avrebbero meno motivi per detenere un titolo di tale portata nel lungo periodo. Attualmente le azioni sono a sconto, scambiando a circa 15 volte gli utili previsti nei prossimi 12 mesi. Si tratta di un multiplo al di sotto della media di 21 volte dell'ultimo decennio e delle 30 volte del multiplo di un competitor come Microsoft.
"Il problema è che la maggiore concorrenza nella ricerca potrebbe mettere a rischio i profitti futuri", ha detto Hogan. "Non sappiamo quanta quota di mercato Alphabet potrebbe perdere, o quanto velocemente. Ciò significa che non possiamo essere fiduciosi nella parte degli utili del multiplo P/E (price/earnins, n.d.r.)".
Tuttavia, la maggior parte degli analisti di Wall Street rimane rialzista su Alphabet, scambiato in Borsa quasi il 30% al di sotto dell'obiettivo di prezzo medio. Mark Mahaney di Evercore ISI ha affermato che "anche se la crescita del volume di ricerca di Google è rallentata, l'espansione dei ricavi rimane costante". Per questo, ha consigliato ai clienti di sfruttare il calo per acquistare le azioni.