Il boom dell'intelligenza artificiale ha portato le quotazioni delle azioni statunitensi alle stelle. In particolar modo con riferimento alle grandi aziende tecnologiche che hanno investito miliardi di dollari per le tutte le infrastrutture legate all'AI (Artificial Intelligence) come data center, chip e apparecchiature di rete. Questo riporta la mente indietro nel tempo, quando fu Internet a esaltare gli investitori che acquistavano azioni delle società tecnologiche come se non ci fosse un domani.
Quello che successe a marzo del 2000 è uno degli eventi più dolorosi che la storia di Wall Street ricordi. Bastò che la Federal Reserve aumentasse i tassi di interesse e qualche trimestrale portasse tutti alla realtà per scatenare una serie disastrosa di vendite che lasciò molti investitori in braghe di tela. Oggi potrebbe accadere la stessa cosa?
Wall Street: ecco perché la situazione oggi è diversa
Una risposta a questa domanda è stata data dagli analisti di JP Morgan Chase, secondo cui ci sono cinque differenze fondamentali tra la situazione odierna e quella di un quarto di secolo fa.
In primo luogo, il settore aziendale non finanziario oggi si trova in una posizione molto più solida rispetto alla fine degli anni '90. In effetti, all'epoca la gran parte delle aziende tecnologiche che avevano raggiunto valutazioni fuori controllo operava in perdita e non aveva nemmeno un progetto di business tale da poter indicare con chiarezza come avrebbe potuto diventare redditizia.
In secondo luogo, le allocazioni azionarie complessive sono di molto inferiori rispetto al picco di inizio 2000, in quanto gli investitori globali non bancari risultano significativamente meno sovraesposti. Questo significa che nel caso dovesse scoppiare una bolla - posto sempre che sia in essere - la deflagrazione non dovrebbe essere così violenta.
Terzo, l'area obbligazionaria e di liquidità si è espansa a un ritmo molto maggiore rispetto a quanto abbia fatto alla fine degli anni '90. Il che implica un ombrello protettivo qualora arrivasse la tempesta.
In quarto luogo, sebbene la spesa legata all'intelligenza artificiale sia aumentata notevolmente negli ultimi tempi, gli investimenti in conto capitale complessivi dovrebbero crescere in maniera sostanziale per raggiungere i livelli di esuberanza degli anni '90.
Infine, i multipli price/earnings dell'
S&P 500 riflettono in misura significativa la crescente quota delle Magnifiche Sette per via di una
maggiore crescita degli utili realizzati, mentre allora c'era una semplice espansione dei multipli andata fuori controllo.