Tesla fa le prove generali per staccarsi dalla Cina. Nelle ultime ore il produttore di auto elettriche ha siglato un accordo con BHP Billiton per acquistare nichel per le sue batterie. BHP è il colosso australiano dell'estrazione di minerali che oggi è il più grande al mondo del settore. Elon Musk aveva dichiarato l'anno scorso di questi tempi che avrebbe fatto un mega contratto a lungo termine con chi poteva estrarre nichel in modo efficiente e rispettando l'ambiente.
Quello con l'azienda australiana è il terzo accordo che Palo Alto ha firmato da 8 mesi a questa parte. Il primo è stato con Vale SA, multinazionale brasiliana che è uno dei più grandi operatori logistici in Brasile; il secondo con Goro, importante insediamento minerario del Sud Pacifico sostenuto da Trafigura Mining Group.
Accordo Tesla-BHP: ridurre la dipendenza dalla Cina
Sull'operazione ancora non sono stati forniti dettagli. L'analista di Benchmark Mineral Intelligence, Caspar Rawles, ha effettuato una stima in 18 mila tonnellate di nichel annui di fornitura. Il minerale è un elemento assolutamente imprescindibile per i percorsi delle auto elettriche Tesla a lungo raggio e che quindi richiedono delle batterie più potenti.
Le aziende cinesi stanno dominando il mercato utilizzando nel processo l'energia a carbone in particolare in Indonesia, il più grande produttore mondiale. Tesla ha voluto cercare un'alternativa per ridurre la dipendenza da Pechino, così si è dirottata verso gli stabilimenti di Nickel West di BHP nella parte occidentale dell'Australia.
La scelta è dettata dal fatto che l'azienda con sede a Melbourne è tra i produttori che mantengono il più basso livello di carbonio del metallo della batteria, oltre alla conclamata affidabilità dell'industria mineraria del Paese. Secondo alcune stime, nei prossimi 10 anni la domanda di nichel potrebbe crescere del 500% e le auto elettriche possono contenere fino a 40 kg di nichel nelle proprie celle.
Tesla aveva dichiarato il mese scorso che prevede di spendere oltre 1 miliardo di dollari all'anno in materie prime per le batterie dall'Australia. L'affrancamento dalla Cina è perfettamente in linea con la politica dell'Amministrazione Biden, secondo cui le aziende americane dovrebbero fare affidamento sugli alleati per la fornitura della maggior parte dei metalli riguardo le auto elettriche.
Accordo Tesla-BHP: questo è solo l'inizio
Dal canto proprio BHP continua un percorso che mira alla decarbonizzazione totale nella ricerca di materie prime come il nichel, che consentono il passaggio verso un'economia a basse emissioni di CO2. Due anni fa proprio lo stabilimento di Nickel West era in procinto per essere venduto, ma all'ultimo momento fu annullata la decisione. Adesso l'impianto è pronto a produrre il suo primo solfato di nichel senza passare attraverso le raffinerie della Cina.
In questo momento Nickel West produce circa 80 mila tonnellate di nichel l'anno, tali da rifornire 2 milioni di batterie per i veicoli elettrici. L'azienda inoltre ha in programma una collaborazione con Tesla ad ampio raggio, riguardo il tracciamento delle materie prime utilizzando la blockchain e l'utilizzo dell'energia rinnovabile per ridurre la presenza di carbonio durante le proprie operazioni minerarie. La notizia dell'accordo con Tesla è stata accolta in maniera positiva dagli investitori, dal momento che il titolo nella Borsa di Sydney ha chiuso la seduta in rialzo del 3,13% questa notte.