Negli ultimi 15 anni gli investitori hanno preferito concentrarsi sui titoli legati alla crescita rispetto a quelli basati sui fondamentali, a differenza di quanto hanno fatto storicamente. Questo cambio di paradigma riflette la ricerca di rendimenti più interessanti, per quanto basati su un tasso di aleatorietà più alto.
La ripresa economica post-Covid ha riportato alla ribalta le azioni value, perché maggiormente correlate al ciclo economico, accantonando temporaneamente le azioni growth nelle scelte d'investimento degli operatori. Questa appunto è stata una decisione temporanea, perché nelle ultime settimane si è assistiti a un ritorno verso la linea seguita in questi 15 anni, con la crescita che sovraperforma tutto il resto.
Azioni: perché le growth costano di più delle value?
Come va interpretato tutto questo? Un'analisi accurata viene fatta da parte della società di gestione AQR Capital Management, secondo cui i fondamentali non possono spiegare valutazioni molto più elevate che il mercato sta dando ai titoli growth rispetto ai value. Attualmente la differenza tra il P/E dell'indice S&P Growth rispetto a quello S&P Value è di 11,7 punti, ossia 3 volte rispetto alla stessa differenza in media degli ultimi 10 anni.
Tutto questo però stride con le previsioni degli utili. Più precisamente, gli analisti prevedono che il differenziale del tasso di crescita quinquennale dell'utile per azione tra titoli growth e value sia in linea con quello della media storica. Anzi, dal 1990 al 2017 tale valore era di 4,2 punti percentuali medio annuo, oggi è di circa 2,6 punti. La conclusione a cui si arriva è che le previsioni sugli utili non rendono chiaro perché la crescita sia così costosa rispetto al valore.
Wall Street: 10 azioni value dai multipli interessanti
Ad ogni modo, anche EPS attesi superiori non significano automaticamente risalita delle quotazioni, perché poi gli utili dovranno essere confermati dalle risultanze effettive in sede di pubblicazione dei dati. I parametri da valutare quindi sono diversi per capire quanto un'azione sia sottovalutata o sopravvalutata sui mercati. Al riguardo vi sono 10 titoli value che vale la pena di evidenziare che hanno multipli interessanti rispetto a quelli dell'S&P 500.
I parametri presi a riferimento sono il rapporto tra il rapporto tra prezzo delle azioni e gli utili attesi (Price/Earnings), il rapporto tra prezzo delle azioni e il patrimonio netto dell'azienda (Price/Book Ratio) e il rapporto tra prezzo delle azioni e le vendite aziendali (Price/Sales). Per il principale indice americano questi valori sono rispettivamente di 36.6, 4.7 e 3.2. Vediamo ora quelli delle 10 azioni setacciate:
FedEx
La società di trasporto specializzata in spedizioni espresse presenta un valore di P/E di 14, di P/B di 2,9 e di P/S di 0,9;
Intel
La multinazionale statunitense di semiconduttori ha un P/E di 11,9, un P/B di 2,6 e un P/S di 3,1;
Pfizer
Il colosso farmaceutico americano prezza le azioni di 11,1 volte gli utili, 3 volte il patrimonio netto e 3,2 volte le vendite;
Air Lease Corporation
La compagnia di leasing di aerei presenta un P/E di 10,7, un P/B di 0,7 e un P/S di 2,2;
Anthem
Il fornitore di assicurazioni sanitarie vanta un P/E di 15,4, un P/B di 2,6 e un P/S di 0,7;
Berkshire Hataway
La società finanziaria di Warren Buffett scambia in Borsa a 24,3 volte gli utili attesi, 1,3 volte il patrimonio netto e 2,2 volte le vendite attese;
CVS Health
L'azienda sanitaria americana ha un P/E di 10,7, un P/B di 1,5 e un P/S di 0,4;
JM Smucker
Il produttore alimentare statunitense presenta un valore di P/E di 14,9, di P/B di 1,6 e di P/S di 1,9;
Leggett&Platt
La società di prodotti ingegnerizzati per case e automobili esprime un P/E di 17,8, un P/B di 4,3 e un P/S di 1,3;
Snap-On
L'industria di utensileria meccanica ha un valore di P/E di 16.6, di un P/B di 2,9 e un P/S di 3.