Una svalutazione del dollaro orchestrata per via diplomatica potrebbe cambiare radicalmente le regole del gioco sui mercati internazionali, a vantaggio di molte aziende americane con forte esposizione globale. A sostenerlo è Brad Bechtel, responsabile globale del mercato Forex per Jefferies.
Secondo la sua analisi, pubblicata in una recente nota, un accordo implicito tra Washington e Pechino potrebbe condurre a un indebolimento significativo del biglietto verde, nell’ordine del 15%. "Un’intesa – in particolare con la Cina – per indebolire il dollaro potrebbe dare luogo alla prima svalutazione prolungata della valuta USA da oltre vent’anni", ha scritto Bechtel.
L’obiettivo? Rendere più competitive le esportazioni statunitensi, sostenere il manifatturiero interno e, parallelamente, incentivare i consumi cinesi attraverso un apprezzamento dello yuan. "In breve, è una soluzione vantaggiosa per entrambe le parti, più efficiente di un lungo e faticoso processo di accordo commerciale", ha aggiunto l’esperto.
Le azioni che potrebbero beneficiare della debolezza del dollaro
A fronte di questa possibile svolta valutaria, Jefferies ha identificato una serie di titoli azionari che potrebbero beneficiare sensibilmente da un indebolimento del dollaro. Il punto comune tra queste società? Una quota significativa dei ricavi generati all’estero, una forte esposizione verso la Cina, una concorrenza diretta con gruppi stranieri e una solida capacità di determinazione dei prezzi.
Danaher e Repligen: protagonisti nel settore life sciences
Nel comparto sanitario, Danaher è uno dei nomi su cui Jefferies scommette con più convinzione. La società ha visto le sue azioni scendere del 17% da inizio anno, ma il target price fissato a 230 $ implica un potenziale rialzo di oltre il 20% rispetto ai livelli recenti. Jefferies mantiene un giudizio “buy”.
Analoga l’esposizione internazionale di Repligen, che tuttavia riceve una valutazione più prudente (“hold”). Entrambe le aziende ottengono circa il 55% del fatturato da mercati non statunitensi.
Nike: il colosso dell’abbigliamento sempre più globale
Nel settore dei beni di consumo, Nike rappresenta un’altra potenziale vincitrice. Il colosso dell’abbigliamento sportivo trae infatti grande vantaggio da un modello fortemente internazionalizzato. "Prevediamo che il 52% dei ricavi di Nike nel FY2025 proverrà da mercati internazionali, con il 15% dalla sola Cina".
Un dollaro più debole aumenterebbe quindi il valore di queste entrate. Inoltre, un rafforzamento di euro e franco svizzero favorirebbe Nike rispetto ai principali concorrenti europei come Adidas, Puma e On. Nonostante un calo del 18% da inizio anno, Jefferies assegna al titolo un target price di 115 $, con un potenziale upside di oltre l'80%.
Netflix: margini al top e potenziale extra per i contenuti
Anche Netflix potrebbe beneficiare dell’indebolimento del dollaro. Il titolo ha già guadagnato il 34% nel 2025, chiudendo a 1.211,51 $, superando il target fissato a 1.200 $ da Jefferies. Tuttavia, gli analisti vedono ulteriori vantaggi. "Un dollaro debole dovrebbe aiutare Netflix a raggiungere la fascia alta della guidance sui ricavi per il 2025, compresa tra 43,5 e 44,5 miliardi di dollari".
Grazie ai suoi margini operativi elevati, Netflix potrebbe inoltre disporre di maggiori risorse da destinare alla produzione di contenuti, consolidando così la sua leadership nel settore.