La settimana Borsistica che si è appena conclusa a Wall Street è stata caratterizzata dall'ennesimo massimo storico registrato dall'indice
S&P 500. Il dato assume particolare importanza in quanto il contesto generale è stato abbastanza turbolento.
La mazzata è arrivata poco dopo l'invio da parte del tycoon delle lettere a 14 Paesi per avvisarli di tariffe dal 25% al 40% in vigore sempre all'inizio del prossimo mese. Non è finita qui, perché l'inquilino della Casa Bianca colpirà anche il Canada con prelievi del 35% e altri partner commerciali con salassi tra il 15% e il 20%.
La reazione sobria di Wall Street tuttavia mostra come i mercati si siano ormai assuefatti allo scompiglio creato da Trump sui dazi e guardano oltre, in attesa che la prossima settimana inizi la nuova stagione delle trimestrali.
Azioni Wall Street: un segnale di pericolo
Un dato che fa stare poco tranquilli gli investitori a Wall Street comunque c'è: i venditori stanno diminuendo sempre di più. Secondo quanto riportato da Thrasher Analytics, nell'ultimo mese il volume degli scambi per le azioni in calo ha rappresentato in media appena il 42% del totale, ossia il minimo dal 2020. In pratica, ogni volta che Wall Street regredisce, c'è poca convinzione dietro ai movimenti. Perché è un segnale negativo? Il motivo sta nel fatto che sui mercati si sta creando un clima di eccessiva fiducia ed esuberanza, il che fa presagire gli effetti più nefasti della creazione di una bolla.
Thrasher ha sottolineato che nelle precedenti situazioni in cui si è verificato un fenomeno di questo tipo, ossia di venditori scarsi durante i cali, l'S&P 500 è andato incontro a un ritracciamento. Ad esempio, nel 2016, nel 2019 e nel 2020, il benchmark è sceso di almeno 5 punti percentuali. Quanto sta accadendo "è un segnale che gli investitori potrebbero essere diventati eccessivamente esuberanti durante il rimbalzo del mercato, il che potrebbe portare a un calo", ha detto Andrew Thrasher, co-fondatore dell'azienda. Tuttavia, "non mi aspetterei un ritracciamento a due cifre. Un pullback del 3-5% sarebbe un evento normale in un mercato rialzista", ha aggiunto.
L'esperto ha inoltre evidenziato che i cali passati che hanno seguito minimi simili nel volume di vendita sono stati relativamente di breve durata, nell'ottica di alcune settimane. Quindi, "un pullback è un'opportunità per acquistare a buon mercato".
Volatilità in riduzione
A compensare il segnale di pericolo appena descritto a Wall Street, c'è un aspetto positivo da tener presente: l'abbassamento della volatilità di mercato. Secondo quanto osservato dagli strategist di DataTrek Research, questa settimana
l'indice di volatilità VIX Cboe - che misura la domanda di protezione delle opzioni contro i cali delle azioni dell'S&P 500 -
è scivolato al livello più basso da febbraio sotto 16 punti. Da considerare che la sua media di lungo periodo si aggira intorno a 19,5. Questo "suggerisce che gli investitori hanno scontato incognite note, tra cui l'incertezza commerciale e le preoccupazioni per la crescita economica", hanno scritto gli esperti.
I dati di DataTrek, che risalgono al 1992, inoltre, mostrano che il principale indice Borsistico americano genera rendimenti annuali che vanno dal 13% al 26% allorché il VIX va sotto la sua media per un periodo prolungato. "I mercati hanno una straordinaria capacità di vedere attraverso i rumors e di scontare con precisione gli eventi futuri sia positivi che negativi", ha scritto il co-fondatore di DataTrek Nicholas Colas. "Ci sono delle eccezioni, ovviamente, ma il mercato di solito ha più ragione che torto".