Il mercato azionario americano sta vivendo un momento delicato. Il sell-off di martedì 28 settembre che ha generato perdite negli indici di Wall Street anche oltre i 2 punti percentuali ha acceso un campanello d'allarme.
Il rialzo dei rendimenti obbligazionari riflette una situazione che gli investitori stanno interpretando in un solo modo: la Fed alzerà presto il costo del denaro. Questo può avere anche dei contorni drammatici se alla fine la ripresa economica dovesse rallentare per via del Covid-19 e la vicenda Evergrande deflagrare oltre ogni ragionevole previsione.
Wall Street: 3 ragioni per cui le vendite continueranno
Dovremmo aspettarci un periodo più o meno lungo di ribassi dopo un trend rialzista che dura ormai da oltre un decennio? Alcuni elementi portano a non essere troppo ottimisti. Per questo ci sono almeno 3 ragioni per cui il sentiment degli investitori nei prossimi mesi potrebbe essere negativo.
La prima ha a che fare con i rendimenti obbligazionari. I Treasury Bond a 10 anni sono passati da 1,30% a 1,50% in una settimana, dopo che la Federal Reserve ha confermato il tapering probabilmente prima della fine dell'anno. Ciò vuol dire che i rendimenti dei titoli di Stato non possono far altro che crescere, per 2 motivi.
Primo perché essendoci meno domanda sui bond, i prezzi degli stessi tendono a diminuire, facendone salire i rendimenti. Secondo perché la riduzione del piano di acquisti di titoli pubblici e privati da parte della Banca Centrale USA verosimilmente prepara il terreno per il rialzo del costo del denaro, magari prima del 2023, data che è stato sempre dichiarata come probabile.
Se tassi più alti stabilizzano l'economia quando la crescita è sostenuta, possono avere effetti depressivi allorché la stessa si mostra ancora claudicante come in questo momento. La conseguenza è che le quotazioni azionarie potrebbero risentirne.
La seconda ragione allude alle aspettative sugli utili societari. Negli ultimi tempi queste non sono così brillanti come qualche mese fa e la ragione principale sta nella crisi degli approvvigionamenti. La carenza di materiali e di componenti necessari per le attività aziendali infatti sta portando a un aumento dei costi, deprimendo le vendite e gli utili. Un rapporto di Morgan Stanley rileva come per il terzo trimestre i guadagni attesi delle società facenti parte dell'S&P500 sono diminuiti dello 0,8%.
L'ultima motivazione per cui potremmo ancora vedere vendite a Wall Street fa riferimento alla volatilità. Se si osserva l'indice della paura, ossia il Cboe VIX, che indica la volatilità implicita delle opzioni del principale indice statunitense, si può vedere come esso si attesta tra 21 e 22 punti, ben lontano dal minimo di 14 punti registrato nel mese di giugno, quando l'umore degli investitori nella Borsa americana era decisamente migliore. Questo può essere un segnale di preoccupazione del mercato, che si muove nervosamente in un quadro di totale incertezza.