Debutto col botto ieri per il titolo Warby Parker a Wall Street. Le azioni del rivenditore di occhiali online hanno terminato la seduta a 54,49 dollari, ossia a +36,23% rispetto al prezzo di riferimento di 40 dollari. Dopo il primo giorno di quotazione, la società capitalizza oltre 6 miliardi di dollari, più del doppio in confronto alla sua raccolta di fondi privati del mese di agosto.
L'azienda ha deciso di approdare sul mercato americano attraverso il direct listing, ossia senza emettere nuove azioni con la classica IPO, ma offrendole direttamente agli investitori in Borsa. In questo modo si è avuto un considerevole risparmio di commissioni bancarie, accorciando la tempistica. Negli ultimi tempi altre aziende avevano seguito la stessa strada, tipo Coinbase e Square, mentre in precedenza era stato il turno di Spotify, Palantir e Asana.
Warby Parker: chi è e che cosa fa
Warby Parker è nata da un'idea di 4 compagni di classe della Wharton School dell'Università della Pannsylvania nel 2010. Inizialmente l'azienda non aveva negozi fisici, si limitava a vendere gli occhiali esclusivamente via internet sulla base delle scelte che indicavano i clienti su misure e montature. Successivamente Warby Parker ha deciso di essere presente fisicamente sul territorio e nel 2019 è entrato anche nel commercio delle lenti a contatto.
L'attività ancora non è redditizia. Come dimostrano i dati del primo semestre, si è verificata una perdita netta di 7,3 milioni di dollari su un fatturato di 271 milioni di dollari. Il miglioramento comunque è costante, tenuto conto che l'anno precedente le vendite erano state di 177 milioni, con un passivo di 10 milioni. Nell'ultimo trimestre inoltre il numero dei clienti è cresciuto del 20% a 2,1 milioni di unità rispetto ai primi 3 mesi dell'anno.
La società prevede un ulteriore miglioramento per la fine dell'anno e quello venturo. Infatti stima che le entrate cresceranno del 35% per il 2021 e del 25% per il 2022. Il capitale raccolto dopo l'ultimo round di finanziamento era arrivato a 536 milioni di dollari, grazie all'afflusso di 120 milioni effettuato da alcuni investitori tra cui figurano Tiger Global Management, T. Rowe Price, General Catalyst, D1 Capital Partners e Durable Capital.
Warby Parker: 4 ragioni per comprare le azioni
Quindi bisogna comprare le azioni Warby Parker in Borsa? Vi sono almeno 4 ragioni che fanno propendere per l'acquisto. In primo luogo vi è una crescente domanda del prodotto. Negli Stati Uniti 3/4 della popolazione adulta ha qualche forma di patologia riguardo la vista e, con l'età media che tende a crescere, è probabile che la richiesta di occhiali nei prossimi anni sarà sostenuta.
Warby inoltre offre una linea di prodotto progettata per l'affaticamento degli occhi quando si è davanti allo schermo che sta avendo molto successo. In secondo luogo l'azienda presenta un tasso di ritenzione delle vendite nei clienti acquisiti molto alta, addirittura del 100% negli ultimi 2 anni. Questo significa che siamo di fronte a un brand diverso da una normale start-up, visto che comunque è presente sul mercato da più di 10 anni.
In terzo luogo, anche se il business è nato online, Warby ha 145 sedi fisiche, di cui 142 in USA e 3 in Canada. Ancora le persone preferiscono acquistare gli occhiali di presenza e per questo l'azienda aprirà quest'anno dai 30 a ai 35 negozi fisici. Tutto ciò aiuta ad aumentare l'impatto pubblicitario verso il pubblico. Infine Warby è un'azienda che rispetta l'ambiente. Ha distribuito circa 8 milioni di occhiali in più di 50 Paesi a zero emissioni e questo potrebbe fare presa soprattutto tra i consumatori attenti alle tematiche ambientali.
Warby Parker: 4 ragioni per non comprare le azioni
Ovviamente non è tutto positivo riguardo il produttore di occhiali online. Vi sono anche dei motivi che inducono un investitore a non puntare sulle azioni appena quotate in Borsa. Il primo consiste nella catena di approvvigionamento. I materiali utilizzati per la produzione degli occhiali provengono da un numero ristretto di terze parti. In particolare l'acetato di cellulosa che serve per la montatura per oltre la metà è appannaggio di un unico fornitore. Questo vuol dire che qualunque problema legato all'approvvigionamento andrà a riflettersi inevitabilmente sulla capacità produttiva dell'azienda.
Il secondo riguarda i conti aziendali. Come accennato, Warby non è ancora redditizia e, con l'apertura di nuovi negozi, cresceranno le spese per la pubblicità e il personale. Di conseguenza, vi sono seri dubbi che possa diventarla in un periodo di tempo breve.
Il terzo concerne la concorrenza. Nel mercato vi è già la presenza di grandi competitor come Pearle Vision ed EssilorLuxottica, che sono aziende tradizionali, affidabili e redditizie. A questo punto bisognerebbe davvero riuscire a instaurare un rapporto saldo di fiducia con la clientela puntando su altri fattori distintivi, cosa non semplice.
L'ultimo motivo dipende dall'incognita Covid-19. Se la situazione dovesse degenerare e comportare altre chiusure, la visibilità fisica su cui l'azienda sta puntando rischia di venire compromessa. Per questo potrebbe essere opportuno aspettare che la situazione sul fronte pandemico si rischiari nei prossimi tempi prima di investire sulle azioni.