La stagione delle trimestrali USA si preannuncia molto difficile a Wall Street. La decisa politica di normalizzazione dei tassi messa in campo dalla
Federal Reserve ha fatto scendere le valutazioni azionarie basate sull'attualizzazione dei flussi reddituali futuri ed ha messo sotto pressione anche l'economia, almeno in via indiretta. La lotta all'inflazione ha innescato i timori di una recessione, spaventando i consumatori e riducendo i livelli di spesa, quantomeno per i beni discrezionali.
Di conseguenza, un elevato numero di aziende registrerà fatturati in calo e margini di profitto più risicati. Anche perché l'aumento dei costi derivante dalla crisi degli approvvigionamenti e dal rally delle materie prime andrà a penalizzazione in misura maggiore quelle entità, la maggioranza, che non hanno un grande potere di determinazione dei prezzi.
E poi c'è anche la questione del dollaro forte. Quasi la metà delle società che compongono l'indice S&P 500 ottengono buona parte delle entrate al di fuori del territorio americano. Giocoforza, i loro profitti risentiranno della conversione monetaria dalla valuta locale a quella statunitense.
Trimestrali USA: lo scenario degli analisti
Sulla base dello scenario descritto, vi sono poche speranze che la diffusione delle trimestrali possa sorprendere più di tanto in positivo e di conseguenza le attese sono tutte per un mercato azionario orso. Da inizio anno, l'S&P 500 ha perso quasi il 24% del suo valore e ormai giace da diverso tempo in quello che tecnicamente viene definito un mercato ribassista (che si definisce tale quando il calo è di oltre 20 punti percentuali rispetto ai massimi).
Secondo Morgan Stanley, "Il mercato ha iniziato a vedere crepe con alcuni titoli migliori che nelle ultime settimane hanno riportato indicazioni negative sia a livello di top-line che di bottom-line ". La banca d'affari statunitense cita in particolare tre rischi chiave nelle prossime trimestrali legati al superdollaro, ai margini e ai cambiamenti fiscali. Tra l'altro, alcuni elementi come "le scorte, il costo del lavoro e altre spese latenti stanno devastando il flusso di cassa", hanno scritto in una nota gli analisti dell'istituto finanziario. In ragione di questo "Il mercato ribassista non sarà finito fino a quando il quadro fondamentale in deterioramento non sarà completamente scontato", hanno concluso gli esperti.
Anche Goldan Sachs è poco ottimista su questa stagione delle trimestrali, ritenendo che ci saranno
meno sorprese positive rispetto alla prima parte dell'anno. Inoltre, le guidance saranno allarmanti, con revisioni negative delle stime sia per il quarto trimestre che per il 2023. "Un eccesso di scorte peserà sui margini se il contesto macroeconomico si deteriora. Mentre l'
Inflation Reduction Act, attraverso l'imposta minima del 15% sul reddito aziendale e l'accisa dell'1% sui buyback a partire dal 2023, peserà sugli utili", hanno affermato gli analisti della banca.