Questa settimana
inizierà la stagione delle trimestrali a Wall Street, ma l'umore degli investitori è nero. Le prime due sedute di ottobre avevano illuso, con rialzi corposi delle quotazioni che facevano pensare a un cambiamento di rotta rispetto a un settembre disastroso. Invece, il resto della settimana ha riportato tutti alla realtà. L'ultima chiusura della Borsa americana ha visto gli indici sprofondare, con l'S&P 500 che ha perso il 2,80%, il
Dow Jones il 2,11% e il
NASDAQ il 3,80%.
I trader non nutrono più alcuna speranza che la Federal Reserve (
Federal Reserve: storia e sviluppi della Banca Centrale americana) possa cambiare la sua politica monetaria e i dati robusti sull'occupazione americana hanno confermato questa view. Con un mercato del lavoro in gran forma, sarà difficile che la Banca Centrale statunitense non vada avanti con la linea perseguita sinora che prevede di combattere tenacemente l'inflazione alzando i tassi d'interesse. Quindi,
qualsiasi forma di accomodamento monetario per il momento non è contemplata.
Trimestrali USA: ecco perchè Apple è importante
A questo punto, cosa attendersi dalla stagione degli utili che partirà con le trimestrali di alcuni colossi bancari come JP Morgan e Citigroup? Secondo un sondaggio realizzato da MLIV Pulse, il 60% dei 724 operatori di mercato intervistati si aspetta che la Borsa di New York sarà ancora colpita dalle vendite. Inoltre, circa il 50% si attende un calo di questi dalla media degli ultimi 10 anni, con i multipli azionari in deterioramento. Al riguardo, circa il 70% prevede che il price/earnings dell'S&P 500 scenda dai 16 attuali al minimo del 2020 di 14, mentre il 25% pensa addirittura a un crollo verso il punto più basso del 2008 di 10.
Tutti gli occhi però sono puntati in particolare sulla trimestrale di Apple che sarà rilasciata il 27 ottobre. Infatti, il 60% degli interpellati considera l'evento come cruciale per il mercato. Perché tanta attenzione su Cupertino? A parte il fatto che il gigante dell'iPhone è l'azienda più capitalizzata del mondo e copre quindi il 7% di tutto l'indice S&P 500, quanto risulterà dai conti sarà importante per capire l'andamento di alcuni parametri chiave dell'economia.
Ad esempio, gli osservatori vorranno recepire segnali sulla domanda dei consumatori, messa fortemente a rischio dai venti recessivi che soffiano da quando la Fed ha iniziato a inasprire la sua politica monetaria. In secondo luogo, bisognerà capire com'è la situazione sul fronte della catena di approvvigionamento, che incide a sua volta sull'inflazione. E poi vi è anche il tema del superdollaro, ovvero in che modo il biglietto verde sta influenzando i conti delle grandi società americane che producono una buona parte dei profitti all'estero.
Wall Street: dove investire?
Il contesto difficile non lascia moltissime alternative agli investitori, che tendono comunque a fuggire dai titoli tecnologici, più sensibili alle variazioni dei tassi d'interesse. Dei partecipanti al sondaggio, quasi il 40% preferisce i titoli value, a fronte di un 23% che opterebbe per le azioni growth. Il rimanente 37% non ritiene di investire in alcuna delle due categorie.
Tuttavia, una previsione degli utili al ribasso potrebbe creare un "floor", un livello minimo da cui ripartire. "Con il calo delle stime, gli investitori saranno ansiosi di impegnarsi maggiormente in previsione di una potenziale pausa nel ciclo di rialzo della Fed", ha affermato Madison Faller, global strategist di JPMorgan Private Bank.