Le azioni ENI sono aumentate di quasi il 40% dai minimi di aprile, quando i mercati erano stati messi in subbuglio dall'annuncio dei
dazi reciproci da parte del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump. Ora c'è molta attesa per la trimestrale che il 24 ottobre verrà rilasciata dal colosso energetico italiano, in un periodo in cui il petrolio è sotto pressione per le prospettive della fine della guerra a Gaza.
Domenica scorsa l'OPEC+ ha aumentato la produzione di 137 mila barili giornalieri a partire da novembre, mantenendo un approccio cauto per evitare uno scenario di eccesso di offerta. I Paesi produttori di greggio temono che una contrazione eccessiva dei prezzi finisca per mettere in pericolo i margini di produzione, benché nel contempo prestino molta attenzione a non perdere quote di mercato.
C'è curiosità quindi di vedere come il calo del prezzo del Brent negli ultimi mesi - ora sotto 65 dollari al barile - possa avere impattato sui guadagni di ENI nel terzo trimestre.
Trimestrale ENI: le previsioni di Equita
Gli analisti di Equita Sim sono fiduciosi per i dati del terzo quarto dell'anno. A giudizio della Sim milanese, il gruppo guidato da Claudio Descalzi potrebbe realizzare una buona performance operativa trimestre su trimestre, sebbene su base annua il confronto risulterà probabilmente ancora negativo. Nei numeri, Equita stima una produzione pari a 1,718 milioni di barili di petrolio giornalieri, con una crescita del 3% anno su anno e trimestre su trimestre. Ciò comporta una crescita sequenziale dell'utile operativo proforma del 16% in uno scenario di prezzi degli idrocarburi praticamente invariato rispetto al secondo trimestre (Brent medio a 69 dollari e hub gas a 33 euro).
Scendendo nel dettaglio delle varie divisioni della trimestrale di ENI, Equita si aspetta un incremento della performance del 13% su base trimestrale di E&P a 2,744 miliardi di euro, una performance sostenuta di GGP a 272 milioni di euro e un miglioramento di quella di ENIlive a 225 milioni e della Raffinazione a 140 milioni. Ciò grazie ai "migliori margini dei prodotti". Le uniche note stonate derivano da Plenitude, l'unità di energia rinnovabile, la cui performance è attesa a 90 milioni di euro, e Versalis - società del gruppo impegnata nella petrolchimica - attesa in perdita di 167 milioni di euro a causa di uno scenario negativo nel settore e della chiusura degli impianti.
Per quanto concerne la generazione di cassa, Equita prevede nel terzo trimestre una crescita del 3% su base trimestrale a 2,859 miliardi di euro, il che copre ampiamente la spesa in conto capitale di 2,1 miliardi di euro. Il free cash flow trarrà vantaggio dalla dimissione di una quota di Baleine in Costa d'Avorio stimata a 1,4 miliardi di dollari. Questa cifra in parte compenserà le remunerazioni agli azionisti sotto forma di dividendi e buyback che ammonteranno a 1,4 miliardi di euro.
In merito alle prospettive per il 2025 contenute nella trimestrale di ENI, Equita ritiene che l'outlook sulla generazione di cassa possa essere innalzato da 11 a 12 miliardi di euro, così come il piano di buyback che può essere migliorato di 200-300 milioni di euro per effetto delle dismissioni di circa 7 miliardi di euro effettuate a inizio anno.
Alla luce dell'intonazione positiva delle stime sulla trimestrale, Equita ritiene che ancora ci sia valore sulle azioni ENI in Borsa e ha un obiettivo di prezzo a 16,5 euro. Nell'ultima seduta alla Borsa di Milano, il titolo ha chiuso a 15,378 euro, quindi ci sarebbe uno spazio di rialzo del 7,3%.