Si temeva il peggio dalla trimestrale di Tesla, ma alla fine i dati rilasciati dalla casa automobilistica hanno sorpreso in positivo il mercato. Le azioni della compagnia infatti sono aumentati nel dopoborsa di Wall Street dell'1,45%, dopo essere arrivati a salire fino al 4%. Tesla è riuscita a resistere a tutta una serie di venti contrari come le interruzioni della produzione in Cina per via dei blocchi da Covid-19, nonché i maggiori costi a causa della crisi degli approvvigionamenti e per l'espansione degli impianti di Austin e Berlino.
L'Amministratore Delegato dell'azienda,
Elon Musk, ha cercato di rassicurare il mercato affermando che
c'è molta domanda in eccesso e che il fatto che questa si stia indebolendo non è un problema. Invece, il numero uno di Tesla ha spostato il tiro sulla produzione, come principale questione da risolvere. Musk non ha fornito una previsione precisa per il resto dell'anno, ma si è limitato a dire che
il 2022 avrebbe visto una produzione record.
L'obiettivo di Palo Alto è di raggiungere un totale di 1,5 milioni di veicoli consegnati, ma i numerosi intralci che ha dovuto subire l'azienda in questi ultimi mesi richiedono nel secondo trimestre circa 935 mila vendite per poter agguantare la meta. Gli analisti su questo punto sono abbastanza scettici e ritengono che alla fine Tesla farà fatica ad arrivare a 1,4 milioni di consegne.
Tesla: i numeri della trimestrale
I risultati del secondo trimestre hanno dato un po' di sollievo agli investitori, i quali si aspettavano che il calo della produzione e l'aumento dei costi avrebbero affossato ricavi e utili. Così non è stato, almeno non del tutto. Gli utili per azione hanno battuto le previsioni: 2,27 dollari vs 1,81 dollari. I ricavi di 16,93 miliardi di dollari invece sono stati lievemente inferiori a quelli stimati dagli analisti di 17,1 miliardi.
Nello specifico le entrate sono derivate per 14,6 miliardi di dollari dalla vendita di auto, per 1,47 miliardi di dollari dai servizi e per 866 milioni di dollari dal segmento energetico. Riguardo i crediti normativi, la società ha incassato 344 milioni di dollari, in calo di 10 milioni rispetto all'anno scorso. In diminuzione il margine lordo (27,9%) rispetto al primo trimestre (32,9%) e all'anno scorso dello stesso periodo (28,4%).
Quanto alla guidance, Tesla ha stimato una crescita media annua del 50% nelle consegne di veicoli su un orizzonte pluriennale. Il cavallo di battaglia potrebbe essere il Cybertruck, molto atteso dal 2019, che Musk ha riferito potrebbe arrivare in consegna a metà del prossimo anno. In fase di sviluppo vi è inoltre il progetto del robot umanoide, che ha destato molta perplessità tra gli osservatori nel ramo tecnologico-ingegneristico ma su cui il miliardario imprenditore conta molto.
Tesla: venduto il 75% di Bitcoin
Tesla ha riferito anche di aver
liquidato a partire dalla fine del secondo trimestre circa il 75% dei Bitcoin detenuti in portafoglio in valute fiat, il che ha prodotto un incasso di 936 milioni di dollari. Questo ha comportato che durante il trimestre la liquidità di cassa netta sia cresciuta di 847 milioni di dollari. Ricordiamo che all'inizio del 2021 il produttore di auto elettriche aveva
investito 1,5 miliardi di dollari nella principale criptovaluta, riflettendo la convinzione del suo condottiero sul futuro brillante del mondo della blockchain.
Sulle ragioni per cui Tesla ha deciso di vendere tre quarti delle partecipazioni in Bitcoin, Musk ha spiegato che derivano dalla necessità di massimizzare la posizione di cassa a causa delle incertezze sulla rimozione dei blocchi Covid dalla Cina. Il 50enne sudafricano ha tenuto a precisare che non si tratta di un verdetto definitivo sulla moneta virtuale. Per quanto riguarda invece l'altra criptovaluta su cui Tesla aveva puntato, ossia Dogecoin, Musk ha detto che nessun token è stato venduto.