Le sfide che Tesla deve affrontare in questo secondo trimestre sembrano non finire mai. Per tutto il tempo del blocco cinese per via del Covid-19, la produzione di auto elettriche della fabbrica di Shanghai è stata notevolmente ridotta. Adesso un altro problema sta affliggendo l'azienda e rischia di alterare i conti del secondo trimestre, ovvero
il crollo di Bitcoin.
Tesla ha investito nel gennaio 2021 1,5 miliardi di dollari nella principale criptovaluta. All'epoca il prezzo medio di acquisto si aggirava intorno ai 30.000 dollari. A fine marzo 2022, l'azienda deteneva circa 42 mila BTC per un valore di carico complessivo di 1,26 miliardi di dollari.
La contabilizzazione delle criptovalute è un po' singolare perché vengono rilevati i guadagni solo quando si vende, ma le perdite anche semplicemente quando il valore della valuta digitale scende al di sotto di quello di acquisto. Nel tempo, dopo diverse operazioni di trading, Tesla ha contabilizzato 128 milioni di dollari di profitti e 101 milioni di dollari di perdite. Per questo trimestre saranno dolori, perché Bitcoin è sceso fino a 20.000 dollari e la contabilità dovrà scrivere la perdita, indipendentemente da cosa Tesla decide di fare con le monete detenute.
Ai prezzi attuali di Bitcoin, il passivo ante imposte ammonterebbe a circa 360 milioni di dollari, corrispondenti a 35 centesimi per azione. È chiaro che l'addebito è una tantum e, a meno che di ulteriori sprofondamenti nei mesi successivi, è improbabile rivedere la stessa entità di perdita nelle prossime trimestrali. Tuttavia, è una cosa questa che pesa sui conti e che non farà molto felici gli investitori. La reazione del mercato, quindi, è incerta per il momento, anche perché esso segue determinate logiche, che non di rado sfuggono alla ragione laddove prende il sopravvento l'emotività.
Bitcoin: quanto la perdita riduce i profitti di Tesla
Ma quanto inciderà realmente sui conti Tesla la perdita derivante da Bitcoin? Gli analisti hanno previsto un guadagno di 2,10 dollari per azione nel secondo trimestre, in calo rispetto ai 3,22 dollari del primo. Ora, supponendo che come detto il risultato negativo dell'investimento cripto impatterà per 0,35 dollari, vi sarebbe un profitto di 1,75 dollari per azione, ovvero il 17% in meno rispetto alla situazione in cui non vi fossero i Bitcoin.
Se il calo non fosse una tantum ci sarebbe da preoccuparsi molto, perché aggiungerebbe ulteriore pressione a un titolo che quest'anno ha perso il 37% a Wall Street. Tra l'altro, la situazione in Cina ancora non è definita del tutto, perché lo stabilimento di Shanghai ha riaperto ma a ranghi ridotti per ora. Inoltre, il settore delle auto elettriche deve sostenere il peso della carenza degli approvvigionamenti che ha fatto salire i costi di input.
In molte circostanze, la compagnia di Palo Alto ha dato riprova della
capacità di superare questo tipo di difficoltà, grazie alla sua tecnologia d'avanguardia che le ha dato un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. Questa volta però l'inflazione di materie prime e componenti potrebbe colpire in maniera sostenuta perché, anche se le auto Tesla sono aumentate di prezzo, la società guidata da
Elon Musk fa sempre più fatica come le altre a trasferire il maggior costo di produzione ai consumatori finali.