Azioni Tech: chi sarà la nuova Apple? Eccola | Investire.biz

Azioni Tech: chi sarà la nuova Apple? Eccola

27 ago 2020 - 16:04

28 ago 2020 - 14:43

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Dopo la corsa degli ultimi anni i prezzi delle azioni Apple hanno raggiunto livelli elevati. Ecco un titolo tech che potrebbe imitare la corsa dell'azienda di Cupertino

Le azioni Apple sono in evidenza a Wall Street, dove da inizio anno hanno messo a segno un rialzo del 72,54% toccando nuovi massimi storici a 515,14 dollari e raggiungendo l’incredibile capitalizzazione di 2.000 miliardi di dollari. A spingere le quotazioni in Borsa dell’azienda guidata da Tim Cook vi è principalmente il contesto creato dal Coronavirus che ha infiammato le quotazioni di tutti i titoli del settore tecnologico e ne ha spinto i conti del secondo trimestre del 2020.

Oltre a questo, la società ha annunciato un frazionamento azionario 4:1, con i prezzi che a partire dalla chiusura del prossimo 31 agosto saranno ridotti di quattro volte rispetto a oggi: questa mossa permetterà di allargare la base di investitori includendo chi è meno capitalizzato.

A rafforzare il titolo è anche la diminuzione delle tensioni tra l’Amministrazione Trump e Tencent sul ban di WeChat, che se entrasse in vigore penalizzerebbe le vendite di iPhone in Cina del 30%. Sul tema dei telefonini della mela morsicata vi è anche da dire che il nuovo modello, che dovrebbe supportare la tecnologia 5G, ha spinto gli analisti di Wedbush a incrementare il target price sul titolo a 600 dollari.

Azioni tecnologiche: ecco l’alternativa a Apple

Dopo la corsa delle azioni Apple degli ultimi anni le quotazioni hanno raggiunto livelli estremamente elevati. Viene quindi da chiedersi se vi siano delle opportunità per chi volesse fare ora il suo ingresso in un titolo promettente del settore tecnologico. Un’alternativa in questo senso potrebbe essere la cinese Xiaomi.

Le analogie tra Xiaomi e l’azienda di Cupertino sono molte, a partire dall’abbigliamento alle conferenze simile a Steve Jobs del suo Fondatore, Lei Jun. Il gruppo cinese ha una gamma di telefonini visivamente simile ad Apple e ha successo nelle fasce di popolazione più giovane grazie all’offerta di smartphone a basso prezzo e abbastanza potenti, purificatori di aria intelligenti e numerosi altri prodotti tecnologici.

A provare il successo dell’azienda sono anche i conti di aprile-giugno 2020. Nel periodo la società ha segnato ricavi per circa 7,7 miliardi di dollari, il 3,1% in più rispetto al medesimo trimestre del 2019. Sempre su base annuale, gli utili sono cresciuti del 129,8% attestandosi a 650 milioni di dollari. Un altro dato interessante arriva dalle attivazioni di nuovi smartphone giornaliere, che all’estero sono cresciute del 120% rispetto a gennaio 2020.

L’unica eccezione è rappresentata dall’India, il suo mercato più grande al di fuori della Cina, dove le attivazioni hanno segnato un +72% a causa del lockdown che ha bloccato le spedizioni. L’interesse per il modello premium del telefonino della società è cresciuto del 99,2% rispetto a un anno prima. A salire sono anche i ricavi pubblicitari, che nel secondo trimestre 2020 hanno segnato un +23,2% a/a toccando quota 450 milioni di dollari.

Da inizio anno, le azioni Xiaomi hanno messo a segno un +98,15%, passando dai 10,78 dollari di Hong Kong del 31 dicembre 2019 agli attuali 21,36. A livello fondamentale, l’azione quota ad un valore superiore di 30 volte i suoi utili, restando al di sotto delle 33 volte di Apple.

Xiaomi: l’assist per il successo arriva da Huawei

Non sono solo i conti positivi a gettare una luce positiva su Xiaomi. L’azienda ha infatti colto l’assist delle tensioni tra gli USA e il suo concorrente Huawei per espandersi nel mercato estero, mantenendo un atteggiamento tranquillo dal punto di vista politico dentro e fuori la Cina. Oltre a questo, gli Stati Uniti hanno impedito a Huawei di utilizzare i servizi di Google sui sistemi Android (presenti sui smarphones del colosso cinese), incluso il Play Store dove si possono scaricare le applicazioni.

Questo ban non riguarda però Xiaomi, che avrebbe quindi la possibilità di espandersi ulteriormente sfruttando le ultime restrizioni imposte all’azienda guidata da Ren Zhengfei dall’Amministrazione Trump. Per gli analisti di Bernstein l’eventuale blocco della produzione di telefonini da parte di Huawei a seguito di queste restrizioni si potrebbe tradurre in un incremento dell’utile operativo di 270 milioni di dollari per Xiaomi.

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