Forse non tutti se ne sono ancora resi conto, ma OpenAI, la celebre società creatrice di ChatGPT, ha appena lanciato la sua personalissima versione di TikTok. Si chiama Sora, un'applicazione social in tutto e per tutto simile alla piattaforma cinese, con una differenza sostanziale e dirompente: ogni singolo video al suo interno è creato dall'intelligenza artificiale, di nome Sora 2. Questa novità, che a un primo sguardo potrebbe sembrare solo l'ennesimo progresso tecnologico, rischia di rappresentare il punto di non ritorno, la fine di Internet per come lo abbiamo conosciuto. Per capire la portata di questo evento, è necessario fare un passo indietro.
Dall'informazione all'intrattenimento: la grande evoluzione del Web
Agli albori di Internet, intorno alla metà degli anni '90, il web era un vasto archivio di informazioni. I primi motori di ricerca, come Altavista, ci hanno dato le chiavi per esplorare questa immensa biblioteca digitale. Con l'arrivo di Google nel 1998 e il suo rivoluzionario algoritmo, la ricerca di informazioni è diventata un'azione quotidiana, semplice e potente.
Pochi anni dopo, tra il 2004 e il 2005, il web ha subito una trasformazione epocale. Le persone non volevano più solo cercare, ma anche esprimersi, connettersi, condividere. Sono nate le piattaforme social come Facebook e, in particolare, YouTube. Quest'ultima ha innescato una crescita esponenziale dei contenuti video: oggi, vengono caricate circa 720.000 ore di video ogni singolo giorno, un flusso inarrestabile che ha cambiato le regole del gioco.
L'aumento vertiginoso della concorrenza tra i creator ha spinto a una continua rincorsa verso la qualità e la dinamicità, con montaggi sempre più professionali e complessi. YouTube è diventato un diretto concorrente dei servizi di streaming a pagamento come Netflix. Questo processo, tuttavia, ha generato un effetto collaterale preoccupante: la soglia di attenzione media degli utenti è crollata drasticamente, abituandoci a saltare con estrema facilità da un contenuto all'altro.
L'uragano TikTok e la dittatura dell'algoritmo
Proprio quando su YouTube si affermavano i video lunghi e ben prodotti per massimizzare il tempo di visione, è arrivato TikTok. Uno tsunami che ha stravolto il panorama social. Con i suoi video brevi, un algoritmo predittivo capace di capire in tempo reale i nostri desideri momentanei e un feed infinito, TikTok ha letteralmente sbaragliato la concorrenza. Se su Instagram un utente medio passava circa 13 ore al mese, su TikTok la media è schizzata a 32 ore mensili.
La reazione è stata immediata e unanime: tutti i social, YouTube compreso con gli Short, hanno inseguito il nuovo formato, inondando il web di contenuti brevi, spesso di qualità a dir poco discutibile. Il risultato è un'esperienza che molti conoscono: serate intere perse a "scrollare" senza sosta, terminando la giornata con una sensazione di vuoto e affaticamento mentale, intrappolati in un loop da cui è difficile uscire.
Fonte: data.ai intelligence
Entra in scena Sora: Il generatore di caos (realistico)
Se la nostra capacità di attenzione era già al limite, l'arrivo dell'app Sora di OpenAI, potenziata dal nuovo modello Sora 2, rischia di portare la situazione al collasso. L'applicazione funziona in modo tanto semplice quanto sconvolgente: l'utente scrive un prompt, una semplice descrizione testuale, e l'AI genera un video iperrealistico, completo di audio. È possibile creare scene dal nulla, menzionare personaggi famosi o persino inserire i volti dei propri amici iscritti all'app, creando "cameo" digitali.
Nelle primissime ore dal suo lancio (attualmente su invito in USA e Canada), il web è stato letteralmente invaso da creazioni di ogni genere. Il problema è che molti di questi video sono così realistici da ingannare facilmente un occhio non allenato. È diventato virale, ad esempio, il finto video di una donna che rompe accidentalmente un ponte di vetro, generando milioni di visualizzazioni e, soprattutto, migliaia di commenti di persone convinte della sua autenticità.
Copyright e Monetizzazione: i primi problemi per OpenAI
Lo stesso CEO di OpenAI, Sam Altman, ha ammesso in un post sul suo blog che "qualche problemino c'è" e che presto verranno implementate delle modifiche. Altman ha affermato con un certo ottimismo di aver ricevuto feedback da "detentori di diritti entusiasti di questo nuovo tipo di fan fiction interattiva". Una dichiarazione che suona più come un tentativo di arginare le imminenti cause legali. Tra i video più virali, infatti, spopolano creazioni con personaggi come Super Mario e Pikachu, protetti da un copyright ferreo che al momento Sora sembra ignorare completamente.
Inoltre, Altman ha rivelato due criticità inaspettate:
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Volume di creazione enorme: Gli utenti stanno generando molti più video del previsto, spesso destinati a un pubblico ristrettissimo (amici, partner, familiari), mandando in crisi il modello di viralità stile TikTok.
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Mancanza di profitti: OpenAI, la startup con la valutazione più alta della storia (Capitalizzazione OpenAI vola a 500 miliardi $, ma i problemi restano), sta letteralmente bruciando una quantità enorme di denaro per sostenere i costi computazionali di questa generazione di video. Come ha ammesso Altman, "dovremo in qualche modo ricavare profitti", profitti che al momento non esistono.
Il paradosso è evidente: OpenAI paga cifre esorbitanti per generare contenuti che poi vengono scaricati e ricaricati su altre piattaforme (come TikTok e Instagram), dove vengono monetizzati da altri. Una vera e propria beffa economica.
Il vero pericolo: deepfake di massa e truffe a portata di click
Al di là delle questioni di copyright e sostenibilità economica, il vero, grande problema riguarda l'impatto sulla società e sulle persone comuni. Un esempio emblematico è il video, diventato virale, che mostra lo stesso Sam Altman mentre ruba delle schede grafiche (GPU) dagli scaffali di un supermercato, ripreso da una finta telecamera di sorveglianza.
Fonte: Sora
Il video può far sorridere, ma apre uno scenario distopico. Se è così facile creare un video falso ma credibile del CEO di una delle aziende più importanti al mondo, cosa succederà quando questi strumenti finiranno nelle mani di truffatori e malintenzionati?
Proviamo a immaginare le conseguenze:
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Ricatti e diffamazione: Creare video compromettenti di persone comuni per ricattarle.
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Truffe sofisticate: Generare un video di qualcuno in ospedale che chiede disperatamente soldi e inviarlo ai genitori anziani. Truffe di questo tipo esistono già, ma con video così realistici raggiungerebbero un livello di pericolosità inaudito.
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Disinformazione di massa: Falsificare eventi, dichiarazioni di politici o creare prove di crimini mai commessi, minando alla base la fiducia in ciò che vediamo.
Chi scrive questo articolo convive da anni con profili fake che utilizzano nome, foto e persino immagini di familiari per tentare di truffare altre persone. Con uno strumento così potente e realistico, il potenziale per ingannare e danneggiare il prossimo raggiunge vette che fanno rabbrividire.
L'AI tra sogni di gloria e una realtà inquietante
Da quando l'intelligenza artificiale generativa è diventata accessibile a tutti, a fine novembre 2022, Internet sta cambiando a una velocità impressionante. L'arrivo di video AI realistici e alla portata di chiunque trasformerà il web in una giungla ancora più fitta e pericolosa.
Lascia l'amaro in bocca pensare che la stessa tecnologia, pubblicizzata come lo strumento che avrebbe migliorato le nostre vite e risolto problemi come le malattie mortali, venga oggi impiegata per creare un clone di TikTok, una piattaforma dove i contenuti di maggior successo sono spesso basati su nulla di produttivo o quantomeno con un minimo valore di qualsiasi tipo. Un'applicazione del genere non renderà il mondo un posto migliore, ma rischia seriamente di erodere le fondamenta della nostra realtà digitale condivisa.
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