Dopo le minacce di Trump di imporre alla Cina dazi vicini al 100% e con il focus tornato pericolosamente rivolto alle implicazioni di un appesantimento della guerra commerciale, i mercati europei iniziano la nuova ottava alla ricerca di un rimbalzo dopo il sell-off di venerdì.
In questo contesto il FTSE Mib cerca di mantenersi sopra gli importanti supporti situati sulla soglia dei 42 mila punti. Nel caso in cui i prezzi dovessero violare tali livelli, si avrebbe un deciso deterioramento del quadro grafico di medio periodo, con prossimi obiettivi ribassisti i 41.750-41.700 punti e a seguire i 41.500 punti. Al contrario nuovi segnali di forza si avrebbero solo con il ritorno delle quotazioni oltre i 43 mila punti.
Tra i titoli da monitorare nelle prossime ore a Piazza Affari troviamo Eni. La compagnia petrolifera italiana nel fine settimana ha raggiunto un accordo in Argentina con YPG. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
Eni: accordo per maxi-progetto GNL in Argentina
Durante il weekend Eni e YPG, la compagnia energetica argentina partecipata dallo Stato, hanno raggiunto un accordo dal valore di 25 miliardi per produrre ed esportare GNL dal giacimento di Vaca Muerta. L'intesa, che fa seguito all'accordo preliminare che era stato raggiunto nello scorso mese di giugno, prevede la produzione, il trattamento, il trasporto e l’esportazione di 12 milioni di tonnellate annue di gas naturale liquefatto.
L’operazione avverrà attraverso due unità galleggianti per la liquefazione, ciascuna con una capacità di 6 tonnellate, equivalenti a circa 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Il piano prevede inoltre la valorizzazione e l’esportazione dei liquidi associati.
L'accordo unisce il know-how da parte del gruppo guidato da Claudio Descalzi, nella realizzazione rapida di unità galleggianti per la liquefazione, già testate sia in Congo che Mozambico, con l’esperienza di YPF nella gestione del giacimento non convenzionale di Vaca Muerta.
Con lo sfruttamento di questo giacimento, che rappresenta la seconda riserva mondiale di gas non convenzionale, il progetto ha come obiettivo quello di trasformare il Paese in uno degli attori principali nel mercato energetico mondiale.
Secondo le stime della Segreteria Nazionale dell’Energia, il paese dispone di riserve di gas in grado di rifornire il mercato interno per 163 anni e di esportare per oltre sei decenni senza compromettere l’approvvigionamento locale.
Con un valore stimato di 100 miliardi di dollari in un periodo di 20 anni, il progetto diventa fondamentale per monetizzare queste risorse, in un contesto di transizione energetica globale. Il progetto è inoltre in linea con la strategia di Eni finalizzata alla promozione della transizione energetica, privilegiando lo sviluppo delle produzioni a gas, con l'obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Azioni Eni: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere cosa attendersi sulle azioni Eni nel breve e medio periodo. È stata una giornata difficile quella di venerdì scorso per il titolo Eni che, dopo essersi spinto 24 ore prima sui top di periodo, ha chiuso le contrattazioni in ribasso del 2,76% in area 14,95 euro.
Con un'impostazione primaria che rimane ancora saldamente al rialzo, fondamentale sarà ora la ripresa dei 15 euro. Sopra questi livelli è possibile un recupero prima verso i 15,20 euro e a seguire in direzione dei top di giovedì scorso in area 15,50 euro. Il superamento di queste aree dovrebbe favorire ulteriori apprezzamenti verso i massimi degli ultimi 6 anni situati sulla soglia dei 16 euro.
Nel caso in cui anche questi ultimi livelli dovessero essere messi alle spalle, si avrebbe un ulteriore rafforzamento del quadro grafico, con prossimi target i top degli ultimi 7 anni situati sui 16,75-16,80 euro. Il superamento di tali aree resistenziali dovrebbe far proseguire gli acquisti fin verso i 17,50 euro, aree che il titolo non tocca da 10 anni.
Al contrario, un ritorno delle quotazioni sotto i 14,50 euro, che rappresentano i minimi degli ultimi due mesi e dove transita l’indicatore daily del Supertrend, dovrebbe aprire la strada a una fase discendente più marcata che potrebbe essere sfruttata con l’apertura di posizioni ribassiste. In questo caso si avrebbe un primissimo target sui 14 euro, dove transita la media mobile di lungo periodo, e successivamente i 13,70 euro.
Nel caso in cui anche questi supporti non dovessero arrestare la spinta ribassista, si assisterebbe a una continuazione della discesa verso i 13 euro e a seguire i 12,50-12,40 euro. La perdita di tali supporti dovrebbe far proseguire la fase discendente in direzione degli 11,66 euro, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 14 aprile, con target intermedi situati sulla soglia dei 12 euro.
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