Le
OPA (
offerte pubbliche di acquisto) sono operazioni finanziarie attraverso le quali una società lancia un'offerta proponendo un determinato prezzo per acquisire le azioni di un'altra società. L'offerente deve presentare alle autorità di regolamentazione una nota informativa con tutte le caratteristiche dell’offerta, come prezzo, quantità di azioni e tempi.
Una volta ricevuta la documentazione, l'autorità può approvare, richiedere modifiche o rigettare l’operazione. Il prezzo offerto è almeno pari al valore di mercato delle azioni e di solito include un premio per incentivare la vendita. La società target, a sua volta, pubblica una nota informativa per comunicare la propria posizione e fornire dati utili agli azionisti.
Le OPA possono essere: amichevoli, quando la società target accetta; oppure ostili, se la società resiste e l’offerente si rivolge direttamente agli azionisti. In quest’ultimo caso, la target può difendersi con strategie come la “poison pill”, cercare un “cavaliere bianco”, o cedere rami d’azienda per rendersi meno appetibile.
Esistono anche casi di OPA obbligatoria, allorché un soggetto supera una certa quota di capitale (in Italia il 30%), e di OPA residuale (se raggiunge il 90%). Operazioni che servono rispettivamente a garantire equità agli azionisti e a permettere il delisting dalla Borsa.
Le motivazioni alla base di un’OPA possono essere diverse: entrare in un nuovo mercato, ottenere sinergie e ridurre i costi, finanziare la target con capitale fresco, migliorare l’accesso al credito e, in generale, aumentare il valore per gli azionisti.
Le più grandi OPA di sempre
Le OPA hanno sempre generato movimenti importanti in Borsa nelle azioni delle società coinvolte, specialmente se l'entità delle transazioni è stata rilevante. Ma quali sono le 3 più grandi OPA della storia? Eccole di seguito:
Vodafone Group - Mannesmann
Alla fine degli anni ’90, il gigante britannico delle telecomunicazioni Vodafone Group decise di acquisire Mannesmann, una delle principali società tedesche nel settore, con l'obiettivo di espandersi nel mercato europeo. L’operazione fu inizialmente ostile, perché Mannesmann non voleva essere acquistata-
Vodafone si rivolse quindi direttamente agli azionisti offrendo un prezzo molto alto per le azioni. L’offerta includeva un premio significativo rispetto al valore di mercato per convincere gli azionisti a vendere, nonostante l’opposizione del management di Mannesmann.
La mossa fu straordinaria sia per le dimensioni sia per la strategia aggressiva, tanto da diventare un esempio classico di OPA ostile internazionale. Dopo mesi di trattative e resistenze, Vodafone riuscì a ottenere il controllo della società e completò l’acquisizione nel 2000.
L’operazione aveva un valore di circa 180 miliardi di dollari, rendendo l'acquisizione la più grande della storia. Gli azionisti di Mannesmann ricevettero 58,96 azioni Vodafone per ogni azione propria, il che dava un valore implicito al proprio titolo di 353 euro.
Oltre ad accrescere la propria presenza in Europa, l'intento di Vodafone era quello di ottenere sinergie operative e aumentare il valore per gli azionisti. La vicenda è ricordata anche per la reazione emotiva in Germania, dove la resistenza di Mannesmann rappresentava un simbolo di indipendenza industriale nazionale.
America Online - Time Warner
La seconda OPA più grande per dimensione fu quella che coinvolse alla fine degli anni ’90 il principale fornitore di servizi Internet negli Stati Uniti, America Online (AOL), e il colosso dei media Time Warner.
L'obiettivo di una fusione fu quello di unire la nuova economia digitale rappresentata da AOL e quella tradizionale costituita da Time Warner. Nel gennaio 2000, AOL annunciò l’acquisizione della società target per circa 165 miliardi di dollari. Esattamente un anno più tardi, il deal fu concluso con la nascita di AOL Time Warner Inc.
Tutti si aspettavano che AOL avrebbe portato milioni di utenti Internet e tecnologie digitali, mentre Time Warner avrebbe contribuito con i suoi contenuti e marchi forti che includevano CNN, Warner Bros, HBO, Time Magazine e altri. Tuttavia, le cose non andarono per come erano state programmate.
Le
differenze culturali tra le due società presero il sopravvento, mentre nel frattempo
esplodeva la bolla delle dot-com. La realtà combinata andò incontro a
pesanti perdite e a un crollo del valore azionario. Nel 2009 avvenne lo spin-off di AOL, prima che questi venisse acquisita da Verizon. Time Warner, invece, fu acquisita nel 2018 da AT&T, diventando WarnerMedia prima e Warner Bros poi per effetto della fusione nel 2022 con Discovery.
Verizon Communications - Verizon Wireless)
A completare il podio c'è l'acquisto da parte di Verizon del 45% di Verizon Wireless detenuto da Vodafone per circa 130 miliardi di dollari. L'operazione, annunciata nel settembre 2013, fu completata nel febbraio dell'anno successivo, con il pagamento da parte di Verizon di 58,9 miliardi di dollari in contanti e il resto in azioni.
Verizon Wireless era la parte più redditizia del gruppo Vodafone e acquisirne il controllo per Verizon rappresentò un modo per gestire la strategia mobile negli Usa, oltre che integrare i ricavi. Anche Vodafone ottenne dei vantaggi, in quanto l'enorme quantità di denaro ricevuta permise di ridurre il debito e investire nella rete e nelle infrastrutture europee.