Offerta Puma, il mercato scommette sull’Opa in arrivo dall'Asia | Investire.biz

Offerta Puma, il mercato scommette sull’Opa in arrivo dall'Asia

27 nov 2025 - 13:30

L'offerta in arrivo dall'Asia spinge le azioni Puma in Borsa: il titolo decolla sulle ipotesi di Opa da parte di ANTA Sports e altri gruppi asiatici

Mattinata in forte accelerazione per Puma alla Borsa di Francoforte, dove il titolo in corrispondenza del giro di boa guadagna il 14,14% portandosi a 19,50 euro, grazie alle indiscrezioni su una possibile offerta da parte di un gruppo di pretendenti asiatici.

Al centro dei rumor c’è la cinese ANTA Sports Products, già proprietaria di marchi come Fila e Jack Wolfskin, che “starebbe valutando l’acquisizione in collaborazione con un investitore finanziario e avrebbe già nominato dei consulenti”, secondo fonti citate dalle agenzie internazionali.

Le azioni Puma, reduci da un crollo di oltre il 60% negli ultimi 12 mesi, trattano comunque nei pressi dei minimi decennali, con una capitalizzazione intorno a 2,8 miliardi di euro.

 

 

Offerta Puma: non c'è solo ANTA

Accanto ad ANTA, tra i possibili interessati a Puma compaiono anche la rivale cinese Li Ning e la giapponese Asics, con le prime ricostruzioni che parlano di possibili alleanze con fondi di private equity per sostenere un eventuale takeover.

Un portavoce di Li Ning ha però raffreddato le speculazioni, chiarendo in una nota che la società “non ha intrapreso negoziazioni o valutazioni sostanziali riguardo alla transazione menzionata nelle notizie” e che intende proseguire con la propria strategia monomarca. Nessun commento per ora da Puma, mentre ANTA e Asics non hanno risposto alle richieste di chiarimento, alimentando una fase di mercato dominata da aspettative e speculazioni sul reale perimetro di una futura Opa per Puma.

 

 

Pinault, il nodo del prezzo 

Perché un'offerta vada in porto, l’ostacolo principale resta la posizione di Artemis, la holding della famiglia Pinault, che controlla il 29% del capitale e rappresenta l’azionista chiave nel delicato equilibrio di governance della società tedesca. Artemis ha definito la partecipazione in Puma “non strategica”, ma un portavoce ha chiarito a settembre che il gruppo “non desidera vendere al prezzo attuale delle azioni”, indicando aspettative di valutazione più elevate rispetto alle quotazioni depresse in Borsa.

La leva negoziale di Artemis è rafforzata dal fatto che la holding, pur essendo fortemente indebitata dopo una serie di acquisizioni, sembra disposta a concedere tempo alla ristrutturazione interna guidata dal nuovo management. Un insider ha indicato che Artemis “non venderebbe al valore di mercato attuale”, suggerendo che un’eventuale offerta per Puma dovrebbe prevedere un premio significativo per convincere la famiglia Pinault a cedere una partecipazione acquisita nel 2018 e considerata strategica quando Kering decise di concentrarsi sul lusso.

 

 

Turnaround e scenari per gli investitori

Sul piano industriale, il dossier Offerta Puma si intreccia con il difficile turnaround in corso, affidato al nuovo CEO Arthur Hoeld, nominato a luglio dopo la rimozione di Arne Freundt a fronte del calo di vendite e della perdita di quota di mercato.

Hoeld ha delineato un piano di rilancio che prevede “riduzione degli sconti, miglioramento del marketing, razionalizzazione della gamma prodotti e il taglio di 900 posizioni corporate” per recuperare redditività in un mercato dominato da Adidas e da nuovi player come On Running e Hoka. Il management ha già avvertito che Puma sarà in perdita quest’anno e che il ritorno a una crescita solida è atteso solo dopo un “anno di transizione” nel 2026, con l’obiettivo di riaffermarsi come “Top 3 global sports brand” entro il 2027.

Per il mercato azionario, la possibile offerta rappresenta una call opzionale su un asset in difficoltà ma con un forte potenziale di ristrutturazione industriale e di valorizzazione del marchio, soprattutto se integrato nella piattaforma globale di un grande gruppo asiatico. La storia recente di ANTA, che nel 2019 ha rilevato Amer Sports (Atomic, Salomon, Wilson, Peak Performance, Arc’teryx) insieme a FountainVest e ha acquisito il marchio tedesco Jack Wolfskin, dimostra una chiara strategia di costruzione di un portafoglio globale nello sportswear.

 

 

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