Il debutto ieri di Oatly Group al NASDAQ è stato roboante. La società svedese produttrice di cibi e bevande vegane ha subito messo a segno un balzo del 30% dal prezzo IPO di 17 dollari. Alla fine della seduta il rialzo è stato del 18,82%.
L'azienda, che è essenzialmente conosciuta per il suo latte a base di avena, non ha per il momento tradito le premesse della vigilia. La campagna di raccolta fondi durante l'Offerta Pubblica Iniziale ha portato nelle casse societarie ben 1,4 miliardi di dollari e ora la società punta a incrementare il bottino facendo leva su quella schiera di consumatori e investitori che sono sempre più raccapricciati per come stanno andando le cose riguardo la salute e l'ambiente.
Oatly Group: chi è e che cosa fa
Oatly Group è stata fondata nel 1994 dai fratelli Rickard e Bjorn Oste. Fin da subito l'azienda ha cercato di sviluppare un sostituto del latte a base di avena, grazie al lavoro di Rickard, che è un professore di chimica alimentare e che si è avvalso della collaborazione dell'Università svedese di Lund. Tre anni più tardi, anche il fratello Bjorn, che all'epoca era un giovane ingegnere, si è unito al progetto e insieme hanno portato avanti quella che per certi versi è un'idea rivoluzionaria.
Come gran parte delle startup, l'azienda è stata costantemente in perdita. Nel 2020 ad esempio ha riportato una perdita di 60 milioni di dollari, su 421 milioni di entrate; mentre nel 2019 ha chiuso con un passivo di 36 milioni di dollari su 204 milioni di ricavi. Dopo l'esordio a Wall Street, Oatly ha una capitalizzazione di mercato di 10 miliardi di dollari.
Oatly Group: 4 motivi per comprare le azioni
Bisogna investire nelle azioni della promettente società svedese o il mercato le sta sopravvalutando e quindi bisogna liberarsene nel caso in cui sono state assegnate in sede di IPO? Vi sono almeno 4 ragioni per puntare decisi sul titolo, come di seguito illustrato:
Scommettere sull'avena
Prima che Oatly venisse costituita, in USA non esisteva neppure il latte d'avena. Nell'ultimo anno il prodotto ha conosciuto un aumento nelle vendite del 151%, a testimonianza del fatto che una quota sempre maggiore di consumatori si sta sensibilizzando a certi temi che riguardano la salute alimentare.
Le aspettative inflazionistiche
Per tanto tempo il prezzo del latte è rimasto in realtà invariato, adesso con le attese inflattive date al rialzo, tutto può cambiare. La ripresa economica spingerà giocoforza i prezzi del settore lattiero-caseario e questo significa che i prodotti Oatly potrebbero essere più competitivi, essendo di base più economici di quelli alternativi.
La partecipazione di celebrità
Ci sono alcuni assets aventi un'impronta innovativa che sono stati sostenuti da personaggi di rilievo nel palcoscenico mondiale dello spettacolo, dello sport e dell'imprenditoria. Ad esempio Robinhood e Postmates sono state investite dalla partecipazione finanziaria di Kevin Durant, famoso giocatore di Basket. Elon Musk è stato uno dei principali sponsor di alcune criptovalute come Bitcoin e Dogecoin. Lo stesso potrebbe capitare a Oatly visto lo spirito innovativo di cui si dota l'azienda.
La ripresa economica
La fine della pandemia è alle porte e la gente tornerà a spendere come e più di prima. Questa sarà un'occasione che Oatly coglierà al volo, soprattutto attraverso canali come Starbuck, che è il suo principale cliente e che contribuirà a un'impennata dei prodotti che verranno collocati sul mercato.
Oatly Group: 4 motivi per vendere le azioni
Ovviamente non tutto è rosa e fiori. Esistono anche dei motivi legittimi per stare alla larga dal titolo o, qualora lo si abbia in portafoglio, per valutare se è il caso di venderlo. Eccoli di seguito:
Scarsa redditività dell'azienda
L'azienda non produce profitti, almeno per il momento. Nel futuro più immediato difficilmente potrà essere profittevole perché sta investendo molto nel personale, nel marketing e nella ricerca e sviluppo. Tutto lascia pensare che ancora per qualche anno i conti chiuderanno in rosso, prima di un ipotetico e sperato cambiamento di tendenza.
Dipendenza dall'estero nella fornitura
L'avena che viene utilizzata da Oatly è importata da altri Paesi. Questo significa che, se vi sono delle situazioni contingenti tali per cui la fornitura viene limitata, l'azienda subirà un danno evidente. Ciò non solo è avvenuto durante la pandemia dove i rapporti internazionali sono stati compromessi, ma anche allorché ci fu l'incidente qualche mese fa nel Canale di Suez dove rimase bloccata una nave commerciale.
La concorrenza dei produttori convenzionali
Per quanto Oatly sia dotata di un elemento distintivo rispetto ai competitor, comunque alcuni big player come Lactalis e Fonterra potrebbero mettere sul mercato dei prodotti più competitivi in grado di ridimensionare la quota di mercato della società svedese. Oltre al fatto che nel settore stanno crescendo comunque dei produttori che sono specializzati in alcuni derivati del latte, come proprio l'avena.
Scarsa diversificazione del business
Il business di Oatly si concentra essenzialmente sul latte di avena. Infatti quasi il 90% del fatturato del 2020 è stato determinato da questo segmento. Il pericolo è che se la domanda dovesse diminuire il bilancio aziendale ne risentirebbe notevolmente. Proprio per questo ora l'azienda sta cercando di indirizzarsi verso la produzione anche dei formaggi vegani.