Le azioni Nvidia e Palantir sono sotto attacco a Wall Street. L'aggressore non è uno qualunque, ma
Michael Burry, gestore dell'hedge fund
Scion Asset Management. Proprio colui che aveva previsto la Grande Crisi del 2008 e si era posizionato short sui mutui subprime, o meglio sulle obbligazioni collateralizzate a questi mutui. Quanto basta per far tremare i polsi agli investitori che in questo momento hanno posizioni rialziste sulle due società tecnologiche statunitensi.
Nvidia e Palantir hanno intrapreso un rally straordinario negli ultimi anni, trainati dal boom dell'intelligenza artificiale. Proprio la nuova tecnologia potrebbe essere il terreno fertile per lo scoppio di una bolla gigantesca, secondo alcuni osservatori di mercato. Lo stesso Burry ha scritto un post criptico su X la scorsa settimana, in cui ha raffigurato un'immagine del suo personaggio nel film "The Big Short" e l'avvertimento che "a volte vediamo bolle".
Azioni Nvidia e Palantir: gli short di Michael Burry
Nell'ultimo documento depositato presso la Securities and Exchange Commission, lo Scion Asset Management ha dichiarato di aver assunto posizioni short nei confronti delle
azioni Nvidia e Palantir attraverso l'acquisto di opzioni put.
Per la precisione, l'hedge fund ha piazzato ben 186,6 milioni di dollari contro Nvidia (sottostante 1 milione di azioni), equivalenti al 13,5% del portafoglio totale del fondo e 912,1 milioni di dollari contro Palantir (sottostante 5 milioni di azioni), pari al 66% del portafoglio totale. Si tratta della più grande scommessa contro l'intelligenza artificiale mai eseguita finora da qualsiasi investitore.
Le massicce posizioni put di Burry riflettono una tesi molto chiara: l'AI (Artificial Intelligence) è entrata in un territorio di bolla, in maniera simile a quanto accaduto nel periodo 2005-2008 quando l'oggetto della bolla era il mercato immobiliare. Durante il primo trimestre, Scion ha rivelato di aver liquidato quasi l'intero portafoglio azionario quotato di Nvidia e di aver acquistato opzioni put sul gigante dei chip.
Ora ha calato l'asso, mostrando senza alcun dubbio quanto sia convinto di un'imminente catastrofe a Wall Street. Discorso simile per Palantir, che ha raggiunto valutazioni astronomiche. Attualmente la società specializzata nell'analisi di big data è scambiata in Borsa a 255 volte gli utili attesi, quasi 8 volte il P/E di Nvidia (33).
Tsunami imminente?
Da diverso tempo le paure che le quotazioni a Wall Street si siano spinte troppo oltre, in particolare nel ramo tecnologico, si è fatta più intensa. Più che alla bolla del 2005-2008, però gli osservatori finanziari fanno correre la mente a quella della fine degli anni '90, quando le società tecnologiche legate a Internet furono gonfiate a dismisura per poi crollare una dopo l'altra come le tessere del domino a marzo del 2000.
Il messaggio lanciato da Burry ora traccia un parallelo anche con ciò che è avvenuto 16 anni fa. Se tutto questo è il preludio a uno scenario da tsunami che si sta per ripresentare, gli investitori hanno poco di che stare tranquilli.
In un'intervista alla CNBC, l'Amministratore delegato di Palantir, Alex Karp, si è espresso in maniera perentoria sulle posizioni di Burry, definendole "completamente folli". La sua squadra "è motivata a fare numeri migliori per renderli più poveri", ha detto riferendosi ai venditori allo scoperto.
"Il fatto che stia shortando due delle aziende che guadagnano di più nel settore è super strano", ha aggiunto. Purtroppo, dichiarazioni dello stesso tenore erano fatte anche prima dello scoppio della bolla dei mutui subprime, quando Burry stava accumulando
Credit Default Swap sulle obbligazioni collateralizzate. Poi sappiamo tutti come è andata a finire.