Meta Platforms non riesce a riprendersi dopo il sell-off subito la scorsa settimana a seguito della pubblicazione della trimestrale. Il titolo in Borsa ha chiuso l'ultima seduta ancora in rosso del 2,10%, nonostante la crescita di tutti gli indici azionari americani. Gli investitori sono seriamente preoccupati per le prospettive aziendali, dopo che le proiezioni per il quarto trimestre hanno rilevato una crescita dei ricavi appena dell'11% nello scenario migliore e del 3% in quello peggiore. Numeri che non possono essere valutati in senso assoluto, ma devono essere rapportati all'andamento storico degli ultimi anni, dove le cifre erano di tutt'altra portata.
Cosa sta succedendo realmente? Le persone iniziano a disaffezionarsi al social che ha letteralmente cambiato il mondo? La trimestrale di Snap pubblicata subito dopo ha scacciato alcuni fantasmi, ossia che la cosa potesse essere generalizzata coinvolgendo tutto il comparto dei social media. Tuttavia, il problema rimane: l'ex Facebook è oggettivamente in difficoltà e i prossimi aggiornamenti assumeranno un'importanza cruciale per la società e l'andamento del titolo in Borsa.
Meta Platforms: cosa fare con le azioni?
A quest'ultimo riguardo, in molti hanno solleticato l'idea di comprare adesso che i prezzi si sono sgonfiati (-43% dal massimo storico di settembre 2021). Ma è proprio il caso di investire su Meta Platforms in questo momento? Esistono 4 motivi che farebbero propendere per rimanere fermi, almeno fino a quando la situazione futura non sarà più chiara.
Il primo motivo riguarda i multipli. Il price/earnings di Meta si è notevolmente ridotto dopo quest'ultima ondata ribassista e ciò fa sembrare che il titolo si trovi a sconto. In realtà rispetto ad altre big tech il multiplo è attraente, ma non lo è se rapportato a quello storico dell'azienda. Semplicemente adesso la valutazione delle azioni in rapporto agli utili attesi si è avvicinata a quella pre-pandemica prima di altri titoli del settore.
Inoltre, le quotazioni di Meta sotto questo profilo non sono poi così tanto a sconto rispetto a quelle di Google, il quale in questo momento risulta meno intossicato da problemi contingenti e soprattutto deve affrontare meno concorrenza. Quindi perché non comprare meglio il motore di ricerca online se si fa una valutazione di questo tipo?
Il secondo motivo deriva dagli utenti giornalieri. L'aspetto che più ha contributo al naufragio del titolo in Borsa probabilmente è stato questo, ossia le scarse stime della società sulla crescita delle persone che accedono alla piattaforma. Oggi si collegano 2,8 miliardi di unità al giorno, non è facile fare molto di più. Il problema è se i numeri dovessero cominciare a scendere in maniera verticale. A quel punto ciò rischierebbe di impattare fortemente sui ricavi dell'azienda, a stretto collegamento con la politica degli inserzionisti, i quali sarebbero meno disposti a pagare con un calo di utenza.
Il terzo motivo concerne il metaverso. L'investimento di 10 miliardi all'anno è un'esposizione che potrà essere giustificata solo da un grande ritorno futuro. E su questo è inutile pronunciarsi perché vige l'incertezza più totale. Di certo il colosso di Menlo Park sta puntando a cambiare il mondo esattemente come fece con Facebook allora. Ma una domanda sorge spontanea, cosa ne sarà del core business dell'azienda? In altri termini, quanto potrà perdere se le cose non dovessero girare per il meglio?
Un ultimo motivo che richiama alla prudenza si riferisce agli investimenti di capitale. Questi passeranno da 18 miliardi del 2021 a una cifra compresa tra 29 e 34 miliardi nel 2022. Il punto è che finora tutti i guadagni ottenuti dal gruppo guidato da Mark Zuckerberg si sono tradotti in free cash flow, per quest'anno invece non sarà così.