Wall Street ha chiuso un'altra seduta all'insegna del segno verde nella giornata di ieri, con tutti i principali indici che hanno fatto registrare guadagni nei dintorni dell'1%. L'umore degli investitori è indubbiamente migliorato rispetto al periodo più buio di gennaio, quando le aspettative di rialzo dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve avevano spinto il mercato a liquidare molte posizioni.
Il pericolo di altre incursioni ribassiste obiettivamente ancora non è tramontato, perché è possibile anche che stiamo vivendo un rimbalzo da un trend discendente dovuto al fatto che le Borse abbiano finito di scontare la stretta di marzo.
Tuttavia, cresce la sensazione che l'economia statunitense non verrà messa sotto pressione dal riacutizzarsi del Covid-19. Il contagio è ancora molto diffuso, ma non sta agitando gli ospedali come succedeva quando la popolazione era meno vaccinata e le altre varianti del virus erano particolarmente aggressive. Lo spauracchio delle chiusure quindi per il momento sembra essere accantonato.
La partita vera e propria allora verosimilmente si giocherà sul fronte inflazione, da cui dipenderà tutta la politica monetaria della Fed. La buona notizia che tutti gli investitori stanno attendendo è che la situazione si rassereni sul versante energetico e soprattutto che si allenti la carenza degli approvvigionamenti. Questi segnali con ogni probabilità svuoterebbero il campo da molte incertezze che ancora impediscono agli operatori di lanciarsi sulle azioni senza remore.
JP Morgan: il VIX ora è un segnale d'acquisto per le azioni
Nel pieno del dibattito se comprare o meno le azioni in questo momento, gli strateghi di JP Morgan tirano fuori un indicatore rialzista a prova di proiettile, ossia il CBOE Volatility Index. Secondo la più grande banca del mondo, vi è un segnale d'acquisto che viene attivato quando il valore del VIX supera il 50% della sua media mobile a 30 giorni.
Questa indicazione si è dimostrata infallibile negli ultimi 30 anni, a meno che non vi siano state in atto delle profonde recessioni. Più precisamente, dal 1990 il segnale è scattato 21 volte e in media l'indice S&P 500 ha ottenuto una performance del 9% nei successivi 6 mesi.
L'unico caso di fallimento del segnale si è avuto durante la Grande Crisi del 2008, con il principale indice americano che nel semestre seguente crollò del 33%. Ebbene, il 25 gennaio l'indice della paura ha raggiunto quel livello e per gli analisti ciò potrebbe condurre l'investitore a entrare a mercato.
JP Morgan non si limita solamente al VIX nella sua visione rialzista, ma individua anche altri driver che dovranno essere tenuti in considerazione e che dipingono uno scenario più ottimistico. Tra questi si possono enunciare le aspettative di maggiori guadagni dalle trimestrali, gli asset cinesi che hanno raggiunto un livello minimo di prezzo e anche il fatto che negli ultimi tempi il mood degli investitori sia stato eccessivamente negativo.