GDS Holdings, colosso cinese del cloud computing e dell’infrastruttura digitale, torna sotto i riflettori grazie alla notizia più importante degli ultimi giorni: Nvidia ha finalmente ottenuto l’autorizzazione a riprendere le spedizioni dei suoi chip H20 verso la Cina (La diplomazia di Huang: Nvidia torna a vendere i suoi chip alla Cina).
Il via libera di Washington ha spinto gli analisti di JP Morgan a migliorare il proprio giudizio su GDS: da "neutral" a "overweight", con un nuovo target price di 46 dollari, in crescita rispetto ai precedenti 34. Rispetto ai livelli attuali delle ADR di GDS, che nel 2025 hanno evidenziato un incremento di circa il 60%, il nuovo target implica un potenziale rialzo del 20%.
“La ripresa delle spedizioni H20 dovrebbe favorire lo scenario positivo per il business domestico dei data center,” ha spiegato l’analista Gokul Hariharan. Non si tratta solo di numeri, ma di segnali concreti: nel primo trimestre del 2025, Alibaba ha ordinato 150 megawatt di capacità per il calcolo inferenziale AI. E quando il mercato domanda potenza di calcolo, GDS risponde presente.
Oversupply? Non per GDS: il vero vantaggio è geografico
Nonostante il settore del calcolo AI in Cina rischi un leggero eccesso di offerta, soprattutto in zone remote, GDS sembra ben posizionata per evitare i potenziali effetti collaterali. L’azienda, rileva JP Morgan, ha infatti “una esposizione molto limitata” alle aree sovracapacitate e punta su zone più strategiche e ad alta domanda.
Ma il vero asso nella manica di GDS potrebbe trovarsi oltre la Grande Muraglia. Il suo braccio internazionale, DayOne, sta mostrando una resilienza sorprendente. Anche in Paesi dove l’ombra delle restrizioni sui chip Nvidia si fa sentire — come la Malesia — GDS continua a crescere. Indicazioni positive arrivano anche da Thailandia ed Europa. Una globalizzazione selettiva, che consente a GDS di diversificare i ricavi mantenendo una forte presenza domestica.
Wall Street, intanto, applaude compatta: 17 analisti su 18 raccomandano l’acquisto, e il consensus target è vicino ai 45 dollari. Per un’azienda che qualche mese fa sembrava schiacciata dal peso delle sanzioni tecnologiche, è un bel ribaltamento di scena.