- Ant Group chiuderà in anticipo gli ordini per l'IPO visto il boom di richieste;
- La fortissima domanda ha fatto aumentare i prestiti per gli acquisti azionari e il tasso HIBOR;
- La Cina quest'anno ha raggiunto il record storico di IPO grazie a regole meno stringenti
Che l'interesse sarebbe stato alto era più che prevedibile viste le premesse. Ant Group è stato letteralmente sommerso dagli ordini di acquisto in vista della doppia IPO nelle Borse di Hong Kong e Shangai. Al punto che il portafoglio ordini degli istituzionali sarà chiuso anticipatamente rispetto alla data prevista: non più giovedì 29 ottobre come nei programmi ma mercoledì 28 alle ore 17.
Già dopo un'ora del lancio avvenuto lunedì, il book da 17,2 miliardi di dollari è stato preso d'assalto dagli investitori affamati delle azioni della fintech cinese, le quali hanno subito registrato un eccesso di domanda. L'affiliata di Alibaba conta di raccogliere 34,4 miliardi di dollari in quella che sarà la più grande IPO della storia, staccando di netto Saudi Aramco che per il momento vanta il record di raccolta con 29 miliardi di dollari.
Il prezzo di quotazione sarà di 68,8 yuan a Shangai, il che equivale a una raccolta di 17,23 miliardi di dollari USA; mentre ad Hong Kong verrà stabilito un prezzo di 80 yuan che significa un ammontare complessivo di 17,24 miliardi di dollari americani. Ad Hong Kong le azioni offerte saranno 41,76 milioni, corrispondenti al 2,5% del totale, ma verranno aumentate a 167,1 milioni, ossia al 10%, esercitando la cosiddetta opzione greenshoe se la sottoscrizione eccederà 20 volte l'allocazione iniziale.
Alla fine dell'operazione Ant Group avrà un valore di 313,3 miliardi di dollari con Alibaba che, attraverso la controllata Zhejiang Tmall Technology, comprerà nella Piazza di Shangai 730 milioni di azioni in modo tale da mantenere l'attuale quota di controllo del 33%. Le azioni di Ant Group verranno quotate il prossimo 5 novembre.
Ant Group: febbre investitori accende i finanziamenti
La frenesia degli investitori ha generato un problema di liquidità negli ordini, che deve essere utilizzata per coprire gli acquisti delle azioni. Ecco che i broker si sono immediatamente attivati per preparare svariati miliardi di dollari di finanziamento ai loro clienti al dettaglio.
Ovviamente il denaro sarà bloccato fino a quando non ci sarà l'annuncio ufficiale il 4 novembre circa la ripartizione delle azioni. Agli investitori a cui non sono stati assegnati i titoli, verranno restituiti i fondi impiegati. Il 5 novembre poi dovrebbero iniziare le contrattazioni sul mercato secondario.
La domanda di finanziamento esuberante in questi giorni ha spinto in alto i tassi di interesse con riferimento al Dollaro di Hong Kong, fino a raggiungere il massimo da maggio. L'HIBOR, ossia il tasso interbancario di Hong Kong, vedrà verosimilmente un inasprimento fino a quando non sarà terminata l'IPO, poi tutto dovrebbe tornare alla normalità.
IPO: la Cina verso nuovi record
Pechino ormai è destinata ad accrescere sempre più il volume delle IPO dopo che il Dragone nel 2019 ha allentato i cordoli per favorire il debutto in Borsa delle aziende più promettenti nel segmento Star di Shangai.
Una delle regole molto rigide che sono state rimosse riguardava l'impossibilità di vendere azioni da parte delle aziende in perdita e il limite alle valutazioni. Inoltre le Autorità di Regolamentazione cinesi introdurranno dei cambiamenti mirati ad espandere le registrazioni a tutte le IPO, proprio per consentire una maggiore facilitazione a quotarsi.
Se si confronta il 2020 con il 2019, si evince come il volume delle IPO in Cina sia in pratica raddoppiato, passando da 253 miliardi di yuan a 503 miliardi.