La febbre da social ormai si è impadronita dei mercati finanziari. È questa la sensazione in questo periodo dopo le vicende che hanno riguardato prima le azioni come GameStop, poi una materia prima come l'argento e poi ancora le SPAC. Adesso l'onda lunga delle piattaforme di retail investors è arrivata fino alle criptovalute.
Dietro alle montagne russe di Ripple nella giornata di ieri sembra che ci sia un gruppo, costituitosi sabato scorso, di piccoli operatori che si sono scambiati informazioni su Telegram. Già nelle prime 24 ore dalla sua formazione, sono arrivati 200 mila iscritti e le quotazioni della valuta digitale hanno cominciato a galoppare fino a raggiungere una valutazione di 0.51 dollari, con una crescita del 56%. Gli acquisti si sono susseguiti nei giorni successivi e ieri Ripple era arrivato a 0,74 dollari prima di sprofondare del 41%.
Gli investitori social ora puntano anche a Piazza Affari
I social network non si fermano qui comunque. Anche Piazza Affari sembra in piccola parte contagiata dall'effetto social. Negli ultimi giorni ci sono stati movimenti strani su alcuni titoli a bassa capitalizzazione come Tiscali, Clabo, Eprice e Digital Bros, che hanno visto aumentare le loro quotazioni senza un vero motivo.
Ad alimentare gli acquisti in questo caso un passaparola di piccoli trader in varie chat, da Telegram a Reddit a Invesing.com. La differenza con le azioni americane stavolta è che nel listino milanese quei titoli non sono vittime di short squeeze e non c'è nessun senso di rivalsa da parte di tanti Davide che vogliono buttare giù Golia. Semplicemente vi è solo spirito speculativo che anima gli investitori social.
Anche perché i fenomeni di vendite allo scoperto sono pressoché impossibili da realizzarsi vista l'entità ridotta. Questo però complica le cose. La CONSOB non ammette pratiche di questo tipo e le contrattazioni sarebbero soggette a continue sospensioni per evitare che in poche ore i rialzi o i ribassi siano eccessivi.
Finora quindi i movimenti nella Borsa milanese sono rientrati in un limite di tollerabilità, ma nel momento in cui la cosa dovesse degenerare è da attendersi l'intervento puntuale da parte delle Autorità di regolamentazione.
Short squeeze: e se fosse solo una guerra tra fondi?
Intanto il rally di GameStop ha avuto una brusca battuta d'arresto. Ieri a Wall Street il titolo azionario ha perso il 30% e ha incrementato il calo di altri 16 punti percentuali nell'AfterHours. Cosa sta succedendo?
Una teoria che lascia perplessi è quella di Carson Block, noto attivista delle operazioni corte allo scoperto. Il 43enne americano vede dietro gli strani movimenti in Borsa dei rivenditori di videogiochi una mano diversa da quella degli utenti di Reddit.
In realtà, secondo l'esperto si tratterebbe di una guerra interna agli hedge fund, anche se non è ancora ben chiaro chi ci guadagna da tutta questa manovra finanziaria. Block è convinto che i mercati siano sopravvalutati e tutti i piccoli investitori che si sono cimentati in acquisti folli pagheranno dazio quando la bolla presto o tardi scoppierà.
A suo giudizio, gran parte della responsabilità è da attribuirsi alla Federal Reserve, la quale avendo inondato il mercato di liquidità ha azionato troppo la leva finanziaria. Chiaramente questa è una teoria che andrebbe dimostrata, però se Carson Block avesse ragione bisognerebbe rivedere un pò tutto il quadro finanziario che è stato immaginato fino ad ora su quanto è realmente successo sui mercati.