Nella giornata di ieri è trapelata la notizia secondo cui lo scorso anno i due colossi petroliferi statunitensi, Chevron ed ExxonMobil, avrebbero iniziato a parlare di una possibile fusione. Il fattore scatenante è stata la caduta dei prezzi del petrolio determinata dallo scoppio della pandemia Covid-19. I colloqui, portati avanti direttamente da Michael Wirth, amministratore delegato di Chevron, e Darren Woods, CEO di Exxon, sono stati definiti come preliminari, ma solidi tanto da prevedere la stesura di documenti legali per definire alcuni dettagli. La trattativa si è poi interrotta per motivi ancora sconosciuti ma secondo alcune fonti potrebbe riprendere.
In caso le due aziende dovessero raggiungere un accordo, si tratterebbe di una delle più grandi fusioni della storia e molto probabilmente l’operazione sarebbe soggetta ai controlli antitrust del Dipartimento di Giustizia del Governo americano. Exxon ha una capitalizzazione di mercato di 189 miliardi di dollari, Chevron di 164 miliardi di dollari, quindi insieme arriverebbero a oltre 350 miliardi di dollari. La nuova società diventerebbe quindi la seconda più grande al mondo nel settore gas e petrolio, dopo Saudi Aramco che ha un valore di mercato di circa 1,8 trilioni di dollari.
Lo scorso anno le azioni di Chevron ed Exxon sono crollate a causa del perdurare della pandemia da coronavirus e della guerra dei prezzi che ha coinvolto il petrolio. Settimana scorsa i prezzi del petrolio hanno subito altri colpi, dovuti alle difficoltà a livello mondiale nella somministrazione dei vaccini e alle preoccupazioni per le nuove varianti del virus. L’obiettivo principale dell’accorpamento sarebbe la drastica riduzione dei costi necessaria per superare la profonda crisi del settore energetico.
Wall Street: il quadro tecnico delle due azioni
Partendo da questo presupposto, andiamo ora a vedere il quadro tecnico e i livelli operativi di trading delle due aziende quotate a Wall Street.
Chevron
Dopo il violento sell off tra fine febbraio e metà marzo dello scorso anno, il gigante petrolifero con sede a San Ramon, California, ha ripreso a salire ma i prezzi sono stati respinti dalla media mobile a 200 giorni. Negli ultimi mesi Chevron si è riportata al di sopra di questo importante livello dinamico che ha anche ricominciato ad assumere un’inclinazione verso l’alto. L'analisi del grafico con time frame giornaliero ha fatto emergere i seguenti livelli chiave per strategie di trading long e short sul titolo della società californiana:
Long
Ingresso: breakout area 96,32 USD
Stop loss: al di sotto di 83,53 USD
1° Target: area 100,61 USD
2° target: area 106,52 USD
Short
Ingresso: breakout area 83,53 USD
Stop loss: appena al di sopra di area 96,32 USD
1° Target: area 77,12 USD
2° target: area 72,20 USD
Exxon
Il titolo si trova in una solida fase ascendente da tre mesi ed è bene impostato al rialzo. Nelle ultime sedute i prezzi stanno ritracciando e si trovano a ridosso della ex resistenza in area 44,46 USD, da cui potrebbero ripartire al rialzo. Sul fronte del trading, l'analisi del grafico con time frame daily fa emergere i seguenti livelli chiave:
Long
Ingresso: breakout area 51,08 USD
Stop loss: al di sotto di 44,53 USD
1° Target: area 54,06 USD
2° target: area 59,50 USD
Short
Ingresso: breakout area 40,53 USD
Stop loss: appena al di sopra di area 44,46 USD
1° Target: area 37,97 USD
2° target: area 34,87 USD