- Le azioni hi-tech americane sono cresciute enormemente in questi ultimi anni grazie a risultati societari eccellenti e alle grandi capacità innovative;
- Gli investitori cominciano però a scaricare le azioni USA dal portafoglio per via dell'eccessiva valutazione di mercato;
- Secondo molti l'Europa dovrà affrontare numerose sfide ma ha molte possibilità di crescita e, con essa, il mercato azionario
La crescita strepitosa dei titoli dei colossi della tecnologia in questi ultimi anni ha ingolosito molti investitori. Alcuni si chiedono se sia o meno il caso di passare alla cassa, altri invece temono di aver perso il treno in passato e magari salirci in corsa potrebbe essere una mossa tardiva.
Di certo in alcune realtà la marcia rialzista sembra non volersi arrestare, soprattutto perché le società scoppiano di salute sfornando risultati trimestrali estremamente positivi. Grazie anche a un'enorme massa di liquidità, i piani di espansione vengono messi costantemente sul tavolo, gettando le basi per una crescita aziendale ancora maggiore.
Emblematico è il caso di Tesla, che sembra un serbatoio sempre capiente di idee. In un lasso di tempo molto ristretto Elon Musk ha tirato fuori una navicella per conquistare lo spazio, la Space-X, ha lanciato la sfida ai leader mondiali delle assicurazioni e si è letteralmente inventato la metropolitana per le auto elettriche.
Risultato? Le azioni Tesla hanno quasi decuplicato il valore in meno di un anno, sfondando ad oggi la quota di 2.000 dollari. Apple e Amazon non sono da meno. La prima ha raggiunto recentemente una capitalizzazione di 2 bilioni di dollari, la seconda si sta impadronendo degli spazi dei centri commerciali da usare come magazzini e dei grandi edifici come quello del centro di Manatthan aumentando l'organico di 3.500 unità.
Azioni tecnologiche USA: per gli investitori le costano troppo
In teoria ci sarebbero tutte le condizioni per continuare ad apprezzare i titoli tecnologici di Wall Street, ma le grandi società d'investimento non sono d'accordo. Una di queste è il fondo miliardario saudita di Prince Alwaleed Bin Talal, che ha investito circa 250 milioni di dollari in Snapchat e 267 milioni in Deezer nel 2018. Secondo l'Amministratore Delegato Al Maiman, il motivo dell'enorme salita delle Big Tech scaturisce dagli aiuti economici a pioggia con cui il Governo americano ha sostenuto i mercati.
L'opinione della società saudita giunge in coda a tutta una serie di valutazioni dello stesso tenore espresse da altri grandi operatori. Sulla questione si è espressa la scorsa settimana anche BlackRock, la più grande società d'investimento al mondo. Il gestore di fondi teme che le elezioni americane possano pesare alla lunga sui tecnologici a stelle e strisce. In particolar modo se ciò lo si mette in relazione alle costanti tensioni tra USA e Cina, che probabilmente accompagneranno la scena politco-finanziaria ancora a lungo.
Azioni tecnologiche USA: l'alternativa è l'Europa
L'Europa trasmette fiducia, in quanto ha saputo fornire una risposta rapida e coordinata alla pandemia, sentenzia BlackRock. Tuttavia le azioni europee ancora sono in una fase di stallo e non hanno iniziato un vero e proprio rally. A prescindere da quest'ulltimo fatto, il portafoglio gestito dalla società finanziaria è stato alleggerito di titoli USA ed aumentato di quelli del Vecchio Continente a partire dal mese di giugno 2020.
C'è comunque da rilevare un aspetto oscuro. Tutte le previsioni fatte in passato riguardo il recupero dell'azionario europeo hanno ripetutamente cozzato con la realtà dei fatti. Adesso il rimbalzo potrebbe essere importante in quanto i corsi azionari sono a buon mercato, ma c'è da tenere in gioco che l'aumento dei casi di virus e delle restrizioni di viaggio minacciano una ripresa economica già fragile. Se a questo si aggiunge che nel settore finanziario le banche sono state limitate dalla BCE nella distribuzione dei dividendi e nel buyback, il quadro è completo.
Ad ogni modo, in un recente sondaggio condotto da Bank of America sui gestori di fondi, è emerso come gli investitori detengano la maggiore quantità di azioni dell'area Euro dal 2018. A far da catalizzatori sarebbero la fiducia sulla crescita degli utili che secondo recenti stime dovrebbe essere del 36% nel 2021 con riferimento all'indice di Borsa Stoxx600 rispetto al 24% dell'indice S&P 500, e la ripartenza dell'Euro che a giudizio di alcuni analisti potrebbe arrivare nel 2021 a 1,50 sul Dollaro USA.