Il prossimo 3 novembre si terranno le elezioni presidenziali in USA, che promettono di essere il vero market mover dell’anno. A sfidarsi saranno l’attuale Presidente in carica,
Donald Trump, e il Democratico
Joe Biden. A causa della pandemia di Coronavirus, l’evento è particolarmente sentito quest’anno in quanto vi potrebbero essere delle proteste per le modalità di voto via posta, il quale avrebbe la possibilità di essere soggetto a frodi, e la stessa positività al virus di Trump.
Ma chi potrebbe vincere le prossime elezioni presidenziali negli USA? Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, lo scenario più probabile è quello di un
trionfo di Biden con Congresso diviso (Camera in mano ai democratici, Senato ai repubblicani). Gli esperti dell’istituto bancario delineano inoltre quattro scenari definiti come “apocalittici”, vediamoli insieme.
Proroga della data del voto
L’eventualità di una proroga della data del voto è quasi impossibile. Gli analisti evidenziano come, anche se il Congresso potrebbe teoricamente mettere in atto questa misura, non vi siano precedenti storici. Dal 1845 infatti, le elezioni USA si sono sempre tenute il martedì dopo il primo lunedì di novembre.
Se anche ciò dovesse accadere inoltre, lo spazio di manovra sarebbe minimo: questo perché il 20° emendamento della Costituzione
prevede che il Presidente e il suo Vice decadano alle 12:00 del 20 gennaio quattro anni dopo la loro nomina. Se si dovesse modificare la Carta costituzionale o se dovesse mancare un risultato elettorale, le regole prevedono che il Presidente sia lo Speaker della Camera, attualmente in mano a Nancy Pelosi. Da ricordare infine come perché ciò avvenga è necessario il voto favorevole di entrambe le parti del Congresso, cosa irrealistica.
Peggioramento delle condizioni di Trump
Nel caso di un peggioramento delle condizioni di salute di Donald Trump si farebbe fede a quanto previsto dal 25° emendamento della Costituzione USA.
Se l’attuale Presidente dovesse morire o venire rimosso, i suoi poteri verrebbero presi dal suo Vice, Mike Pence, il quale dovrebbe venire confermato da entrambi i rami del Congresso e sarebbe tenuto a nominare un suo sostituto.
Se invece Trump dovesse essere attaccato a un ventilatore o sedato, il Vicepresidente dovrebbe svolgere il ruolo di Presidente ad interim fino a quando il tycoon non manda una dichiarazione contraria a quella inviata per avvisare dell’impossibilità di svolgere le sue funzioni.
L’eccezione, notano da Intesa Sanpaolo, sarebbe quella in cui il Vicepresidente e la maggioranza dell’Esecutivo non inviino entro 4 giorni una dichiarazione che attesti la continua impossibilità del Presidente di esercitare le sue funzioni. Entro 48 ore il Congresso deve quindi riunirsi e prendere una decisione. Perché il vice resti Presidente ad interim è necessaria la maggioranza dei 2/3 per ciascun ramo del Congresso, altrimenti il Presidente torna a riprendere i suoi poteri.
Se anche il Vicepresidente fosse impossibilitato a governare si segue quanto previsto dal Succession Act, il quale prevede che il potere vada in quest’ordine di successione: speaker della Camera, Presidente pro-tempore del Senato, membri dell’Amministrazione a partire dal Segretario di Stato.
Impossibilità di Trump di partecipare alle elezioni
Nel caso in cui Trump fosse impossibilitato a partecipare alle elezioni del prossimo 3 novembre gli esperti di Intesa Sanpaolo evidenziano come il
Republican National Committee, formato da un presidente e 168 rappresentanti statali,
dovrebbe riunirsi per selezionare un nuovo candidato.
Due i problemi pratici: il primo è che la presidente McDaniel è positiva al Coronavirus, il secondo è che in diversi Stati il voto è già iniziato e non ci sarebbe il tempo per stampare le schede con il nuovo nome.
Ogni Stato dovrebbe quindi seguire la sua legislazione in materia, che in molti casi non esiste.
Vittoria di Trump ma successiva impossibilità a governare
Nel caso in cui Donald Trump dovesse venire riconfermato alle prossime elezioni ed essere successivamente impossibilitato a governare
la palla passerebbe all’Electoral College e alle scelte dei delegati nel voto del 14 dicembre. Gli elettori sarebbero quindi liberi di scegliere un altro eventuale candidato del Republican National Committee.