Settembre si è aperto con un S&P 500 di poco sotto i massimi storici. A sostenere l’indice non sono solo le attese di un imminente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, ma anche utili trimestrali robusti e un flusso di capitali che continua a premiare l’intelligenza artificiale.
Secondo gli strategist di JP Morgan Wealth Management, l’S&P 500 è ancora in grado di offrire ritorni a una cifra medio-alta nei prossimi dodici mesi, anche se il quadro tariffario resterà invariato. La banca vede in particolare tre settori favoriti: finanziari, utilities e soprattutto tecnologia, trainata da investimenti in AI e da una nuova stagione di spesa in conto capitale.
Su questa base, gli analisti hanno selezionato due titoli che meritano attenzione immediata: SailPoint, protagonista nel mondo della cybersecurity, e Capri Holdings, holding del lusso che custodisce marchi iconici come Michael Kors e Jimmy Choo.
SailPoint: upside potenziale del 18%
Nel cuore della trasformazione digitale, l’identità è diventata il nuovo perimetro da difendere. SailPoint, specialista in identity security, propone una piattaforma cloud – Atlas – che consente alle aziende di proteggere accessi e dati sensibili con soluzioni automatizzate basate su intelligenza artificiale. Il modello SaaS scalabile rende il servizio accessibile e flessibile, conquistando già oltre metà delle società Fortune 500, tra cui General Motors e The Home Depot.
Il ritorno in Borsa, dopo l’uscita dal controllo di Thoma Bravo, non è stato indolore: dal collocamento di febbraio il titolo ha perso circa il 6%. Eppure i conti raccontano una storia diversa: nel primo trimestre fiscale i ricavi sono saliti del 23% a 230,5 milioni di dollari, battendo le attese, mentre la cassa disponibile è cresciuta del 52% su base annua. Ancora più significativa la progressione dei ricavi ricorrenti annuali (ARR), aumentati del 30% a 925 milioni.
Per JP Morgan questo arretramento in Borsa rappresenta un’occasione. L’analista Brian Essex definisce SailPoint “un leader best-of-breed” che sta approfittando delle difficoltà dei concorrenti storici, incapaci di aggiornare le proprie piattaforme. Il titolo, oggi a sconto rispetto ai competitor della cybersecurity, potrebbe rivedere rapidamente quotazioni più elevate. Il target price fissato a 26 dollari implica un potenziale rialzo del 18% in dodici mesi.
Capri Holdings: il lusso riparte da Michael Kors
Dalla tecnologia al lusso, il secondo nome selezionato da JP Morgan è Capri Holdings. La holding fondata da Michael Kors nel 1981 ha costruito negli anni un portafoglio prestigioso, che comprende anche Jimmy Choo e – fino a poco tempo fa – Versace. Proprio la maison italiana, acquistata nel 2018, è stata ceduta quest’anno a Prada per 1,375 miliardi di dollari: un’operazione che permetterà a Capri di concentrare le risorse sui brand più redditizi.
Il gruppo conta oggi 912 negozi monomarca, di cui oltre tre quarti a marchio Michael Kors, che genera quasi l’80% dei ricavi complessivi. Nel primo trimestre fiscale, il fatturato ha raggiunto 797 milioni di dollari, in calo del 6% ma comunque sopra le attese, mentre l’utile per azione adjusted si è attestato a 0,50 dollari, ben oltre le previsioni di consenso.
Secondo l’analista Matthew Boss, la strategia di rilancio di Michael Kors – focalizzata su qualità del prodotto, valore percepito, marketing mirato e ottimizzazione della distribuzione – è destinata a tradursi in un miglioramento progressivo di ricavi e margini nei prossimi anni. Con un target price a 30 dollari, la banca stima un upside potenziale del 30% rispetto alle quotazioni attuali.