Dopo un 2024 da incorniciare per i mercati finanziari, anche sul 2025 la view degli operatori è all’insegna dell’ottimismo. Ottimismo che traspare anche da un report elaborato da Andrew Garthwaite, strategist di UBS.
Partendo dal presupposto che le premesse per le prosecuzione del rally anche nel 2025 ci sono tutte, Garthwaite evidenzia che è arrivato il momento di prepararsi per il giorno in cui l’attuale fase rialzista terminerà. “Cautamente ottimista” sull’andamento delle piazze azionarie nel 2025, il team di UBS fa notare che sei delle sette “pre-condizioni” per una bolla sono già presenti.
In particolare, all’ipotesi che una bolla si formi nel 2025 è assegnata una possibilità del 35% e per coprirsi da questa eventualità UBS consiglia 5 azioni da acquistare.
Le pre-condizioni di UBS per la formazione di una bolla sui mercati azionari
Il team guidato da Garthwaite ha rilevato che delle sette pre-condizioni che portano alla formazione di una bolla, sei sono già presenti. Queste sono:
- la fine di un mercato toro strutturale;
- profitti sotto pressione;
- perdita di ampiezza del mercato;
- intervallo di 25 anni dalla bolla precedente;
- partecipazione degli investitori al dettaglio;
- sentiment prevalente tra gli investitori che “questa volta è diverso”.
L’ultima condizione necessaria alla formazione di una bolla è rappresentata dall’allentamento della politica monetaria. A dispetto del fatto che la Fed ha tagliato il costo del denaro nelle ultime tre occasioni portando la riduzione complessiva per il 2024 ad un punto percentuale, l’istituto guidato da Jerome Powell nell’ultimo meeting del 2024 ha evidenziato che nei prossimi meeting l’ipotesi di nuove riduzioni andrà vagliata con attenzione.
Le azioni per proteggersi dalla bolla azionaria
“Il problema della teoria della bolla - si legge nel report - è che quando questa scoppia, gli investitori spesso perdono l'80% dei loro fondi (come abbiamo visto dopo la fine del 1989 in Giappone, la bolla di Internet o il Nifty 50). Possiamo assegnare alla bolla solo una probabilità del 35%, ma è il 10% in più rispetto al passato”.
Nel caso in cui l’ipotesi della bolla dovesse finire per realizzarsi, gli investitori dovrebbero puntare, ha detto Garthwaite, su quei titoli con storie di crescita più durature. Nell’ipotesi, “preferiremmo investire nei settori che questa volta sono diversi ma in cui è possibile giustificare la valutazione senza bolla”, tra cui l’intelligenza artificiale e l’elettrificazione.
A livello di singoli titoli, UBS punta su cinque titoli azionari: Taiwan Semiconductor Manufacturing, Meta Platforms, Vistra, National Grid e PG&E.
Non solo azioni, view rialzista anche sull’oro
Se la scelta di azioni che nel recente passato hanno fatto registrare performance decisamente brillanti (Vistra rispetto a 12 mesi fa vale il 270% in più) può essere caratterizzata da elementi controintuitivi, la view “bullish” sull’oro è decisamente più tradizionale.
Il metallo giallo, rilevano gli esperti dell’istituto elvetico, capitalizzerà in primo luogo gli acquisti delle Banche centrali in un’ottica di diversificazione delle riserve. Entro la fine del 2025, il prezzo dell’oro è stimato a 2.900 dollari l’oncia, oltre 10 punti percentuali in più rispetto ai livelli attuali.