Il 2024 è stato un anno molto difficile e tormentato per le azioni del gigante svizzero Nestlé. La società del settore alimentare ha perso circa un quarto di capitalizzazione alla Borsa di Zurigo ed è sulla buona strada per registrate il più grande calo annuale di sempre. Gli investitori sono stati colpiti da alcune vicende che hanno interessato l'azienda.
Questa estate Nestlé ha ridotto le sue previsioni di vendita. Un atto che ha anticipato la liquidazione dell'Amministratore delegato Mark Schneider, avvenuta a settembre. Arrivato con il chiaro obiettivo di rilanciare l'azienda, il suo successore, Laurent Freixe, ha ridotto ulteriormente l'obiettivo di crescita delle vendite organiche per l'anno corrente.
Alla lenta agonia hanno contribuito diversi fattori. Innanzitutto, c'è stata la difficoltà per l'azienda di innovare i propri prodotti in un contesto macroeconomico difficile. In secondo luogo, l'impennata dei prezzi del caffè ha fatto lievitare i costi di input, costringendo il management a studiare formule per difendere i margini, come quella di ridurre le confezioni alzando i prezzi per unità. Lo stesso dicasi per le barrette di cioccolato, diventate più costose con il rally dei prezzi del cacao.
Si tratta di un fenomeno che prende il nome di
shrinkflation, ovvero un aumento dei prezzi che non viene percepito (o è meno percepito) dai consumatori in quanto le confezioni sono più piccole e le misure del prodotto sono più ridotte. Le vendite di Nestlé hanno sofferto anche il
boom dei farmaci anti-obesità, che hanno spinto i soggetti sotto terapia a non comprare i prodotti ad alto contenuto calorico. Tutti questi venti contrari hanno soffiato forte in Borsa, scaraventando le azioni al livello più basso dal 2018.
Azioni Nestlé: ecco cosa aspettarsi per il 2025
Le vendite di quest'anno hanno però preparato il terreno per acquistare a sconto, rilevano gli analisti. Questi in media vedono il titolo aumentare di oltre il 20% nei prossimi 12 mesi rispetto ai livelli attuali. Ciò considerando che il mercato in questo momento scambia le azioni a circa il 25% in meno rispetto alla loro valutazione media degli ultimi dieci anni.
"Il calo di quest'anno le rende troppo economiche", ha affermato Christopher Rossbach, Chief investment officer di J.Stern & Co. "Il momento di acquistare un'azienda di qualità come Nestlé è ora, quando gli investitori hanno perso fiducia in essa".
Olivier Nicolai, analista di Goldman Sachs, ritiene che ci vorrà tempo e Nestlé è nelle prime fasi di un'inversione di tendenza. Tuttavia, l'esperto vede un miglioramento del flusso di cassa e osserva come i dividendi garantiscano un rendimento sicuro e attraente. Inoltre, sotto il nuovo CEO, la società si "concentrerà su un'innovazione di prodotto più mirata e sarà gestita come un'azienda più integrata piuttosto che come una holding", ha affermato. Tra l'altro, "il miglioramento del flusso di cassa potrebbe implicare un ritorno al riacquisto di azioni proprie in 18 mesi", ha aggiunto.
Ottimista per il futuro è anche Jon Cox, analista di Kepler Cheuvreux, che considera "la svendita di Nestlé esagerata e indiscriminata". A suo avviso, le persone "non smetteranno di bere caffè, dare da mangiare ai propri animali domestici o il latte ai propri figli".