Il mercato delle opzioni si sta coprendo da un crollo delle Big Tech a Wall Street. Nella seduta di venerdì scorso, il prezzo relativo della copertura contro un calo del 10% dell'ETF Invesco QQQ Trust Series 1 - che replica l'indice Nasdaq 100 - ha raggiunto il livello più alto da inizio aprile. Questo è un segnale che gli investitori sono preoccupati di un sell-off a meno di un mese dalla scadenza della tregua commerciale di 90 giorni sui
dazi reciproci stabilita dal presidente degli Stati Uniti
Donald Trump il 9 aprile. C'è insomma il timore che le tensioni commerciali si riaccendano, il che metterebbe a repentaglio le prospettive per l'economia americana.
Dopo aver guidato lo straordinario rally di Wall Street negli ultimi anni, ad inizio aprile le azioni delle Big Tech sono state quelle colpite più duramente. Dall'annuncio della sospensione tariffaria, hanno ripreso la corsa, aiutate anche da una stagione brillante degli utili trimestrali. Qualora non sarà raggiunto un accordo tra gli USA e i partner commerciali, il pericolo di una nuova inversione di rotta è percepito come reale.
A questo si aggiungono anche le valutazioni elevate delle azioni. L'indicatore Magnificent Seven di Bloomberg - che riproduce le performance delle Magnifiche Sette di Wall Street (Alphabet, Amazon, Apple, Meta Platforms, Microsoft, Nvidia e Tesla) - è scambiato a 29 volte i guadagni attesi, oltre la media decennale di 28 e il multiplo dell'S&P 500 di 22. "In questo momento, le valutazioni elevate e, in una certa misura, l'impatto economico dei dazi sono ancora preoccupanti", ha detto in un'intervista Rocky Fishman, fondatore della società di ricerca Asym 500. "L'aumento della domanda di coperture sottolinea i dubbi degli investitori sulla tenuta dell'attuale rally".
Big Tech: l'incognita dell'intelligenza artificiale
L'imponente quantità di denaro che le Big Tech stanno investendo nell'intelligenza artificiale potrebbe essere un'arma a doppio taglio. Una società come Nvidia trae grande vantaggio in quanto più le megacap tecnologiche spendono per i data center e i modelli AI (Artificial Intelligence) generativa, maggiore è la domanda dei chip di prima fascia legati all'intelligenza artificiale di cui il colosso di Santa Clara è leader indiscusso a livello mondiale. Tuttavia, le Big Tech esposte alla spesa corrono il rischio che ciò non si traduca in ritorni futuri.
Per la verità, finora il mercato ha apprezzato i corposi investimenti di Meta Platforms, le cui azioni a Wall Street hanno realizzato le migliori performance tra le Magnifiche Sette da inizio anno. Il colosso di Menlo Park ha
raddoppiato il capex a 72 miliardi di dollari per il 2025 e la scorsa settimana ha investito 14,3 miliardi di dollari nella startup focalizzata sull'intelligenza artificiale Scale AI (
Azioni Meta Platforms: i piani sull'AI convincono gli investitori). Chiaramente, prima o poi il mercato vorrà vedere il tornaconto e le prossime trimestrali potrebbero essere rivelatrici in tal senso.
Gli esperti di mercato scommettono che i guadagni delle Big Tech confermeranno le buone indicazioni delle guidance, anche e soprattutto grazie all'effetto positivo dell'intelligenza artificiale. Tra coloro che rimangono ottimisti troviamo Michael Wilson, strategist di Morgan Stanley, secondo cui "alcune metriche suggeriscono che gli utili saranno più forti del previsto nel corso del prossimo anno".